IL CASO
Il mercato ha perso metà banchi
Si prospetta il trasloco in un’area più piccola. «Pesa anche la tassa rifiuti, qui è salata»
Il ridimensionamento dell’area del mercato. Questo, il tema centrale del regolamento che l’amministrazione comunale, nella figura di Mario Menacorde, consigliere delegato al Commercio e alle Attività produttive, sta approntando in collaborazione con Marcello Tosi, rappresentante di Anva (Associazione nazionale venditori ambulanti) Confesercenti e Maurizio Molinari di Confcommercio.
«È un’operazione necessaria - spiega Menacorde - se si considera che dei 102 posti disponibili, che occupano viale Garibaldi, via Marsala, piazza Repubblica, solo 60 sono effettivi. La soluzione è di riunirli in un’area più ridotta, per non occupare spazio inutile e per una questione estetica». Dunque, tanti spazi vuoti che si sono creati nel tempo e che non vengono colmati da nuovi ingressi, un fenomeno che si sta verificando in numerosi mercati ambulanti della provincia e non solo.
«Fra gli assegnatari di licenza non sempre c’è stato un passaggio generazionale. Quindi, le concessioni non vendute sono state restituite al Comune» spiegano i due rappresentanti di categoria, senza dimenticare di porre l’accento sul costo molto elevato della tassa rifiuti. Elevato, pare, rispetto ad altri Comuni. «Il problema - aggiunge Molinari di Confcommercio, attivo nel campo dell’abbigliamento da donna - risale ad anni fa quando i nostri colleghi non pagavano la tassa. Quindi, si è creato un debito enorme che è stato spalmato sugli esercenti rimasti. Ma i costi ora sono insostenibili». Pare di capire che quella della tassa rifiuti sia un’«eredità» pesante del passato.
Questo comporta anche che i cosiddetti spuntisti, cioé coloro che sono temporanei e potrebbero occupare gli spazi vuoti, vanno a cercare altre piazze. «La questione mi è stata posta - spiega Menacorde -. Sto raccogliendo informazioni per un confronto con gli altri Comuni. In seguito valuteremo».
«Siamo a completa disposizione per risolvere i problemi, consapevoli che bisogna lavorare per rivalutare il mercato» sottolineano i due rappresentanti dei venditori ambulanti. «Ci difendiamo ancora, nonostante la concorrenza - prosegue Tosi, di Anva, la cui attività interessa l’abbigliamento da uomo -. Abbiamo una clientela che ci apprezza, soddisfatta dei prezzi, della qualità e dell’assortimento. Sa che qui può trovare prodotti non reperibili in altri punti vendita. Il commercio è fatto dalla persona che vende e che genera fiducia. Abbiamo la cultura del volere offrire servizi, anche a costo di sacrifici, con il vento e con l’acqua. Ecco perché ogni banchetto che sparisce è un colpo al cuore».
«Certo - evidenziano entrambi - c’è bisogno di un rinnovo della clientela, perché i tempi sono faticosi».
Gli ambulanti del mercato di Gavirate sono un corpo unito che non fa distinzione fra le varie nazionalità. Tosi e Molinari sono due storici: il primo prosegue da 25 anni l’attività, iniziata 75 anni fa dal nonno Romeo e proseguita dal padre Giovanni Paolo, il secondo ha cominciato nel 1984, ma già il nonno nel 1948, proveniente da Bagnone nella Lunigiana, dopo anni di commercio itinerante, si è fermato a Gavirate.
Il 31 dicembre ha lasciato la postazione che occupava da una vita Luciano Mazzoleni: il padre, conosciuto come il “baslutè“, era una figura storica. Un’altra mancanza importante. Un segno dell’affanno che vive il mercato.
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