L’AGENDA PER L’ITALIA
Giorgetti: «Nessun correttivo ma occhio alle armi»
Il ministro dell’Economia e delle Finanze chiude il Forum Teha di Cernobbio con la relazione sui conti

Dalla Festa della Lega di Besozzo a fianco ai suoi fedelissimi, alle sale di uno degli hotel più esclusivi del lago di Como, tra i volti dei potenti della terra, o forse nel caso di oggi meglio dire d’Italia. Ma il ministro Giancarlo Giorgetti non ha attraversato i lussuosi spazi di Villa d’Este e non è passato davanti alle schiere di microfoni che ne occupavano i corridoi. La stampa nazionale ha visto la sua immagine solo in video-collegamento, mentre sabato sera la sua presenza da mattatore in salsa locale non si è fatta attendere. Due volti inconciliabili? Tutt’altro.
«NESSUNA MANOVRA CORRETTIVA»
Nella giornata dedicata all’Italia, nel simposio economico di Cernobbio, il protagonista non poteva che essere il ministro dell’Economia e delle Finanze, con i riflettori puntati sulla serietà del suo ruolo istituzionale. Diretto e chiaro il suo intervento, che ha toccato gli argomenti cardine delle politiche economiche - che nei giorni scorsi sono stati declinati a livello globale ed europeo - in chiave italiana. «Nessuna manovra correttiva, ma l’occhio va alle spese per le armi»: si può riassumere tra questi due estremi il suo panel, che ieri ha chiuso i lavori della 51esima edizione del Forum Teha. Ma non sono mancati richiami che sollecitano anche il Varesotto. Quello più umano e commosso, il messaggio di cordoglio nei confronti di Alfredo Ambrosetti, fondatore dell’evento. Giorgetti ha dedicato le primissime battute al «conterraneo ed amico, persona di grande curiosità e intelligenza».
TRA GUERRA E DAZI
L’ultimo gong del via ai lavori a Villa d’Este ha dato inizio all’intervento del ministro. Primo punto chiarito, il suo obiettivo economico principale per l’Italia: assicurare ulteriori interventi fiscali a favore delle famiglie. Ma il proposito dovrà fare i conti con un aspetto che potrebbe stritolare il portafoglio dello Stato: la variabile «assolutamente detestabile» delle spese per la difesa. L’escalation infatti della guerra tra Russia e Ucraina, che comporta una richiesta di aumento delle spese per la difesa, «implica una maggiore pressione sui conti pubblici, che dobbiamo valutare». Ma lo spirito è sembrato ottimista: «Speriamo che non vengano compromessi i nostri obiettivi in termini di politica economica e di politica in senso lato» ha affermato il ministro di Cazzago Brabbia. Non solo la guerra che si combatte con le armi porta venti di scontri commerciali, ma anche quella nutrita dai dazi di Trump, che Giorgetti ha definito «un rallentamento». Sul piano politico ed economico, il marchio di fabbrica del ministro si è confermato la sobrietà. Come ha glissato le polemiche politiche sulla “vannaccizzazione della Lega” alla festa casalinga di sabato sera, così l’ha fatto sulle voci che lo vedevano protagonista di una fantomatica manovra tra agosto e settembre. Il ministro le ha definite «calciomercato». Nulla di fondato, insomma, sulla famigerata tassa sulle banche. «Dobbiamo ancora parlare del quadro d’insieme», ha spiegato il ministro nelle battute finali.
Il servizio completo sulla Prealpina di oggi, lunedì 8 settembre, disponibile in edicola e in edizione digitale
© Riproduzione Riservata