IL CASO
Giustizia lumaca: ecco perché
La relazione integrale del presidente della sezione penale del Tribunale di Varese
«L’organico del Tribunale di Varese è costituito da 23 magistrati (il presidente del tribunale, due presidenti di sezione e 20 giudici) che è numericamente inadeguato, come ho denunciato ripetute volte in più sedi istituzionali, sollecitando i conseguenti interventi».
Questa è la premessa della nota diffusa dal presidente del Tribunale di Varese, Emilio Curtò, con cui ha illustrato, toga per toga, la situazione della giustizia locale, dopo l’allarme lanciato dal sostituto procuratore Agostino Abate sull’«impasse» dei processi.
Curtò ha quindi ripercorso, da luglio 2008 (epoca cui risale l’attuala assetto della sezione penale), tutte le novità sopravvenute e gli avvicendamenti.
Ecco, qui di seguito, la sua relazione integrale.
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"In relazione alle notizie apparse sugli organi di stampa in ordine allo stato di difficoltà in cui è costretta ad operare la Sezione penale del Tribunale di Varese, per ragioni di trasparenza e di completa informazione dei cittadini e a tutela dei magistrati dell’Ufficio che rappresento, segnalo alcuni dati oggettivi, ad integrazione di quanto sommariamente riportato negli articoli in questione, doverosamente lasciando ogni valutazione ai lettori.
L’organico Tribunale di Varese è costituito da 23 magistrati (il Presidente del Tribunale, 2 Presidenti di Sezione e 20 Giudici), che è numericamente inadeguato, come ho denunciato ripetute volte in più sedi istituzionali, sollecitando i conseguenti interventi, e come è documentato sia dal rapporto con l’organico dei magistrati in forza alla locale Procura della Repubblica , che pone il Tribunale di Varese al livello meno favorevole (il rapporto è di 2,5 a 1) tra gli altri Uffici del Distretto milanese analoghi per dimensioni, sia dal rapporto giudice togato per abitante che per il circondario del Tribunale di Varese è pari a un giudice togato ogni 21.738 persone, uno dei più bassi rapporti a livello nazionale.
Ancora più sfavorevole è la situazione dei magistrati effettivamente in servizio.
Dal luglio 2008 (epoca a cui risale l’attuale assetto della sezione penale) ad oggi, e cioè in soli tre anni:
- su 20 giudici in organico, il turn over (per trasferimento ad altra sede, collocamento fuori ruolo presso il Ministero della Giustizia o in quiescenza) ha interessato 25 magistrati, 14 in uscita (di cui 11 della Sezione penale), e 11 in entrata, con un saldo negativo di 3 giudici (ad oggi la vacanza è ancora di 4 magistrati);
- 2 magistrati (entrambi della Sezione Gip-Gup, il dr. Battarino e il dr. Fazio) sono stati destinati (e lo sono tuttora) ad incarichi istituzionali, con totale esonero dal lavoro giudiziario presso Tribunale di Varese, pur rimanendovi in pianta;
- 2 giudici (entrambi della Sezione penale) sono stati chiamati, successivamente nel tempo, a far parte (una lo è tuttora, la dott.ssa Giorgetti) del Consiglio Giudiziario di Milano con esonero dalla attività giurisdizionale nella misura del 50%;
- 9 giudici (di cui 6 della sezione penale), sono stati chiamati a far parte in successione nel tempo (ad oggi sono 3 in contemporanea, le dott.sse Azzena, Marzagalli e Ferrazzi, tutte del settore penale) della Commissione per l’esame di Avvocato presso la Corte d’Appello di Milano;
- 2 magistrati donna (di cui una della Sezione penale) hanno goduto della aspettativa per gravidanza e puerperio.
In tale stato di forte criticità, che penalizza in particolare la Sezione penale e mortifica l’intero Tribunale di Varese, sono state avanzate le seguenti richieste, tutte disattese sino ad oggi pressoché interamente:
- al Ministero della Giustizia, e per conoscenza al CSM, ripetute richieste di aumento dell’organico dei magistrati;
- al CSM, richiesta di applicazione extradistrettuale di magistrati;
- al Presidente della Corte d’Appello di Milano, plurime richieste di applicazione di magistrati della tabella infradistrettuale e di destinazione di magistrati distrettuali (solo quest’ultima richiesta è stata accolta in parte);
- al CSM, richieste di revoca, totale o quantomeno parziale, dell’applicazione ad altra sede del dr. Battarino, Giudice della Sezione Gip-Gup;
- al Ministero della Giustizia e al Presidente della Corte d’appello, ripetute richieste di sostituzione dei magistrati componenti della Commissione di esame per Avvocati (accolta in minima parte);
- al Procuratore della Repubblica (con successiva richiesta di un intervento chiarificatore al Presidente della Corte d’Appello e al Procuratore Generale di Milano), richiesta di sostituzione con magistrati togati dei VPO in occasione delle plurime astensione dalle udienze dei magistrati onorari;
- al Ministero della Giustizia, richiesta di posticipazione della presa di possesso dei magistrati del Tribunale di Varese trasferiti ad altra sede e, per converso, di anticipazione di quella di magistrati trasferiti a questo Ufficio.
E’ da aggiungere che gli attuali limiti normativi ordinamentali non consentono la applicazione contemporanea al collegio penale di 2 giudici e che alle funzioni di Gip-Gup possono essere destinati solo magistrati che hanno conseguito la prima valutazione di professionalità (dopo 4 anni dalla nomina) e hanno esercitato per almeno due anni funzioni penali dibattimentali.
Nessuno dei magistrati del settore civile del Tribunale di Varese è in possesso di tali requisiti, il che ha generato la paradossale situazione che, per sopperire alla situazione di quasi paralisi in cui si è venuta a trovare la Sezione Gip-Gup (il “Pronto Soccorso” degli Uffici giudicanti), è stato necessario fare ricorso per la supplenza a giudici della Sezione penale (dall’aprile 2011, a rotazione, i dottori Azzena, Muscato, Giorgetti e Ferrazzi e, dal 15 settembre al 31 dicembre 2011, del dr. Muscato), aggravando la già precaria situazione della Sezione penale.
Per sopperire a tale stato di cose, dal gennaio 2009 sono stati applicati alla Sezione penale, successivamente nel tempo, 5 giudici del settore civile per complessivi 30 mesi circa (tuttora fanno parte dei due collegi il dr. Sala e la dott.ssa Imarisio) e vi sono stati trasferiti, ad esito di concorso interno prontamente indetto, 5 giudici della sezione civile.
Ciò nonostante, l’arretrato della Sezione penale del Tribunale di Varese è, al 30 giugno 2011, di circa 1550 processi penali di rito monocratico e di circa 140 processi penali di rito collegiale, pressoché in linea con gli altri Tribunali del Distretto milanese (solo alla Corte d’Appello ne giacciono oltre 17.000).
Infine, a presidio dell’esattezza e completezza dell’informazione, è da precisare che nessuna disfunzione è stata segnalata né dal Procuratore della Repubblica né dal Presidente della Sezione penale, né ve ne sarebbe stato bisogno perché la situazione di crisi del settore penale è a me ben nota e ha formato (e forma) oggetto di confronto con i colleghi del Tribunale di Varese in ripetute, periodiche riunioni e in colloqui pressoché quotidiani.
Quanto al processo penale che ha generato la nota a verbale del Sostituto Procuratore di udienza, non è inutile precisare che il relativo fascicolo è pervenuto alla Sezione Gip-Gup nel 2004 ed è rimasto ivi giacente sino al marzo 2006 allorché, appena nominato Presidente del Tribunale di Varese, ho istituito la Sezione Gip-Gup (prima inesistente), destinandovi 3 giudici, che, con notevole sacrificio personale, hanno definito i circa 300 processi con richiesta di rinvio a giudizio pendenti anche da anni, nei tempi più ristretti possibile, compatibilmente con il notevole arretrato e con le quotidiani sopravvenienze di affari.
Il Tribunale di Varese ha a suo tempo redatto il programma di definizione dei processi penali ai sensi dell’art. 2-bis legge 24.7.2008 n. 125 di conversione del decreto-legge 23 maggio 2008 n. 92 secondo criteri di priorità condivisi a livello distrettuale milanese ad esito di apposita conferenza dei Capi degli Uffici, anche requirenti, del Distretto convocata dal Presidente della Corte d’Appello, oltre che, naturalmente, dal Procuratore della Repubblica di Varese.
Nessuna segnalazione di priorità è stata fatta per il processo in questione, nè prioritario è stato ritenuto dal Presidente della Sezione penale a cui è affidata, d’intesa con il Procuratore della Repubblica, la gestione del calendario delle udienze e la formazione dei relativi ruoli dei processi".
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