LE INDAGINI
I “gratta e vinci” dietro l’omicidio di Mesenzana
Dall’interrogatorio non sarebbero emersi «contrasti perduranti» nella coppia. Renato Bianchi è stato trasferito nel carcere di San Vittore a Milano
Nessuna tensione pregressa. Renato Bianchi, 78 anni, – accusato dell’omicidio della moglie Mariella Chiari, 81, trovata senza vita sabato 15 novembre nella loro villa di Mesenzana – è stato interrogato nella serata di ieri dal pubblico ministero.
L’INTERROGATORIO IN SERATA
Non sono emerse – spiega la Procura di Varese in una nota – «situazioni o contrasti perduranti nell’ambito della coppia, a cui poter ricondurre la decisione dell’uomo di porre in essere una simile condotta violenta, che è riconducibile – stante alle prime risultanze investigative – a futili motivi riferiti al vizio del gioco per i “gratta e vinci”».
«MARCATA FRAGILITÀ PSICOLOGICA»
«L’uomo – prosegue la Procura –, tuttavia, è apparso in una condizione di marcata fragilità psicologica, suffragata anche dalle stesse dichiarazioni rese al magistrato, in taluni passaggi frammentarie e carenti di coerenza logica». Per questo Bianchi, «anche al fine di scongiurare gesti autolesionistici», è stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore, struttura «meglio attrezzata per la specifica tutela, in attesa della definizione degli ulteriori atti procedurali».
IL SINDACO: «PRONTI AD AIUTARE»
Intanto il sindaco di Mesenzana, Alberto Rossi, ha parlato di «tragedia inspiegabile». Nulla, infatti, aveva mai fatto pensare a tensioni tra i due coniugi che si erano trasferiti in paese da qualche anno per stare vicini alla figlia e ai nipoti. «Siamo vicini ai famigliari, di qualunque cosa abbiano bisogno siamo tutti a disposizione».
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