CORONAVIRUS
I morti di Bergamo cremati a Varese
In città arrivate 111 salme, e altre 12 da Brescia
Indelebile nella memoria l’immagine dei camion militari che portano le salme lontano da Bergamo per essere cremate. Molte quelle arrivate a Varese.
Sono infatti 123 le salme cremate in marzo a Giubiano e provenienti per la maggior parte da Bergamo (111) ma anche da Brescia (12).
Il bollettino di guerra dei morti in questo periodo va di pari passo con quello dei cremati a Varese e provenienti non dal normale bacino di utenza dell’impianto (dall’alto Verbano a prima di Gallarate) . Il numero dei decessi avvenuti a Varese (dunque non solo di residenti) in marzo, è a quota 206. Di questi, 116 sono i morti residenti a Varese. Nel primo mese del 2020 sono stati 87 e in febbraio 71. L’incremento è dunque evidente: è da attribuire al coronavirus?
Risulta dunque che siano 90 i deceduti provenienti da altre località. Facendo un raffronto con gennaio e febbraio, la differenza tra morti in città e residenti è di 78, per entrambi in mesi. Raffrontando i decessi in città nel primo trimestre degli ultimi tre anni, risulta che l’anno con maggiore mortalità è stato il 2018 (555), seguito dal 2020 (520) e dal 2019 (493). Marzo 2020 ha appunto 90 morti in più tra i residenti rispetto ai due mesi precedenti. Però l’anno con maggiori decessi nel trimestre è il 2018, con 296.
«In tutti e tre gli anni c’è un mese in cui si evidenzia un picco, a gennaio 2018, a febbraio nel 2019 e a marzo nel 2020, probabilmente legato in passato ai picchi influenzali e quest’anno forse da attribuire al Covid». Usa il condizionale, Alessandro Bonfadini, presidente Socrem Varese, cioè la Società per la cremazione, «Perché queste sono le informazioni desumibili dai dati statistici». Per quanto riguarda le cremazioni (struttura comunale data in concessione e non gestita da Socrem), i dati fino al 31 marzo del 2020 parlano di 1.077 cremazioni; nel trimestre del 2019 erano state 998. L’incremento è dato dall’arrivo delle salme dalle province maggiormente colpite dall’infezione. Tra i cremati residenti a Varese, notevole l’incremento in marzo: 85 (cioè il 62,04 per cento dei decessi), contro i 37 di febbraio e i 48 di gennaio. In totale, dunque, 170 nel trimestre (nel 2018 erano stati 176). Tra i soci Socrem cremati, non c’è variazione di decessi tra il 2019 (110) e il 2020 (111). Le donne sono però di più, forse perché le socie sono oltre il 61 per cento rispetto al 39 degli uomini. «Questo è un dato in controtendenza rispetto alle affermazioni della comunità scientifica - prosegue Bonfadini - che vede gli uomini più attaccabili da Covid-19».
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