IN APPELLO
«Il geometra di Mornago non portava le armi alla ‘ndrangheta»
Michele Romeo assolto dall’accusa di associazione mafiosa

Nel febbraio del 2020 il geometra del Comune di Mornago fu arrestato con l’accusa di essere l’armiere di una cosca della ‘ndrangheta, alla quale avrebbe consegnato delle pistole che servivano agli affiliati per “allenarsi” a sparare. Ma la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria ha scagionato Michele Romeo, 50 anni, residente a Castelletto Ticino, riconoscendo la sua «assoluta estraneità a ogni contesto mafioso», come sottolineano i suoi avvocati, Guido Contestabile e Roberto Cossu.
Resta in piedi, al termine del processo di secondo grado, solo un capo d’imputazione, quello di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, una pistola, che avrebbe portato con sé in Calabria nel dicembre 2017; quindi, la pena è stata ridotta, da cinque a due anni di reclusione. Ma i suoi legali sono già pronti a ricorrere in Cassazione per azzerare anche quella condanna per un «reato autonomo». «È vero, in quella data io sono sceso al sud con la mia famiglia, ma abbiamo dimostrato che ho viaggiato in aereo. Quindi come avrei potuto portare con me un’arma?», commenta Romeo. «Dal punto di vista umano sono distrutto, ma vado avanti: voglio dimostrare del tutto la mia innocenza».
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