IL RICORDO
Il naufragio, le vittime: un anno fa la tragedia di Lisanza
Un giorno impresso nella memoria della gente di lago

Chi era appena tornato da un gita nel verde primaverile, chi stava prendendo l’aperitivo al solito bar, chi si stava godendo un momento di relax prima di iniziare a preparare la cena, chi era alle prese con la spesa nel super di fiducia. Tanti, tantissimi si ricordano cosa stessero facendo un anno fa esatto, in quel tardo pomeriggio domenicale del 28 maggio 2023 quando una tempesta sul lago fece affondare la Gooduria e morire quattro persone. Una specie di ricordo collettivo che gli psicologi chiamano flashbulbmemory: un fenomeno che fa fissare nella mente delle persone la fotografia del momento che stavano vivendo quando hanno appreso la notizia di un evento emotivamente forte, come un attentato o una sciagura.
RICORDO COLLETTIVO
È successo quando sono cadute le Torri Gemelle di New York l’11 settembre del 2001, quando è morta Lady Diana nella galleria del Pont de l’Alma a Parigi il 31 agosto del 1997. Ed è, senza in alcun modo voler paragonare entità e impatto, ciò che è successo nella comunità di Sesto Calende e non solo con il naufragio della barca andata a picco nelle acque del Verbano. Sarà stato che un incidente del genere non si ricordava a memoria d’uomo, saranno state le innumerevoli domande che ha suscitato, o il mistero della presenza a bordo degli agenti segreti, il forte legame di rispetto che in queste zone le persone hanno nei confronti del lago Maggiore. Ciò che è indubbio è che a distanza di un anno nessuno si è dimenticato del tragico episodio. «È già passato un anno?», si domanda un sestese quando gli viene fatto ricordare che oggi è l’anniversario dell’inabissamento della barca al largo di Lisanza. «Quando l’ho saputo avevo appena finito di cenare. Povera gente, una fine orrenda». Quel giorno un temporale molto forte con raffiche di vento fino a 110 chilometri all’ora fece scuffiare la Gooduria di proprietà di Claudio Carminati e annegare sua moglie, due agenti dell’Aise, un ex agente israeliano del Mossad e Jazeera, la cagnolina della coppia che si trovava a bordo con il resto degli occupanti.
IL PESO DEL METEO
«Il lago va affrontato in un modo diverso. Non perdona se non lo si conosce a fondo», afferma un altro sestese. «Avrebbe dovuto fermarsi dove stava e non provare a fare rientro al Piccaluga. Il bollettino meteo parlava chiaro». Tutte le imbarcazioni che quel giorno stavano navigando riuscirono a tornare nelle rispettive marine o a evitare la perturbazione. «Nei giorni successivi non si è parlato d’altro», ricorda una signora. «Sì, qualche incidente e qualche morto nel fiume o nel lago purtroppo ci sono ogni anno. Ma una cosa così, di cui hanno scritto anche giornali stranieri, non si era mai vista». Il naufragio, e non c’è neanche bisogno di specificare quale quando se ne parla da queste parti, ha infatti travalicato i confini: trattato da Bbc, Cnn, The Guardian e da un’emittente israeliana che è addirittura venuta qui per capire, filmare e raccontare in Israele ciò che era successo nelle acque del lago Maggiore quel 28 maggio intorno alle 19 di una domenica che non è più qualsiasi.
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