LA BONIFICA
Una boa spia per il lago malato
Alghe e cianobatteri: acque sotto esame e prelievi estesi tutto l’anno

Ultimo campionamento della stagione balneare, si fa per dire, del Lago di Varese: è stato compiuto ieri, mercoledì 3 settembre, ma non si tratta dell’ultimo prelievo dell’anno, di solito concentrato nel periodo estivo, come avveniva in passato.
L’Ats Insubria invia infatti i propri tecnici in cinque punti di prelievo per tutto l’anno: alla Schiranna, a Gavirate, a Biandronno, a Bodio e a Cazzago Brabbia. Il lago continua a essere inquinato.
Se per il profilo microbiologico la situazione è sotto controllo, cioè enterococchi ed escherichia coli (i dati di ieri non sono ancora disponibili) non hanno mai superato la soglia limite quest’anno, almeno alla Schiranna, tutt’altro discorso è da fare per l’inquinamento algale.
«I risultato hanno dato finora un andamento variabile», sottolinea Elena Tettamanzi, biologa dell’Ats Insubria (diretta da Lucas Maria Gutierrez) che coordina le attività per l’Agenzia territoriale della salute nell’ambito dell’accordo di programma per il risanamento voluto dalla Regione Lombardia e che fa parte della Commissione tecnica per l’attuazione del programma.
Non è balneabile il lago e il divieto rimane proprio perché cianobatteri e tossine che producono le alghe potenzialmente tossiche, hanno avuto un andamento altalenante nei cambiamenti stagionali.
Se enterococchi ed escherichia coli, soprattutto frutto dell’inquinamento fecale, sono in parametri accettabili, lo stesso non si può dire per le alghe.
Da qui il divieto assoluto ai tuffi, nonostante per un caso davvero singolare e causato da un problema informatica che sembra impossibile da correggere: il portale Acque del Ministero della Salute riporta «qualità dell’acqua eccellente» riferita ai prelievi al Lido della Schiranna.
In attesa che entri nel vivo il programma di risanamento del Lago di Varese basato sull’accordo di programma coordinato dalle Regione (non si sarà in ritardo, visto che il presidente Attilio Fontana auspicava la scorsa primavera la possibilità di fare tutti nell’arco di pochi anni?), si procede al rinforzo degli aspetti tecnico-scientifici del monitoraggio, passaggio essenziale verso la riduzione degli elementi che soffocano il lago.
Arpa Lombardia sta procedendo con l’acquisizione e la posa di due boe, come previsto dal programma di risanamento: una verrà installata nel Lago di Varese e una a Ispra, sul Lago Maggiore.
Si tratta di boe dotate di sensori per monitorare le caratteristiche chimico-fisiche delle acque e lo sviluppo dei cianobatteri.
Le boe saranno operative «tra pochi mesi», dicono da Milano. I dati raccolti «saranno finalizzati alla verifica dell’evoluzione dello stato del lago, a integrazione delle informazioni derivanti dal monitoraggio chimico-fisico ordinario effettuato mensilmente lungo la colonna d’acqua».
Sempre ogni mese, anche Arpa effettua campionamenti delle acque per l’analisi di fitoplancton e di altri parametri fisico-chimici e chimici. Inoltre viene condotto il monitoraggio, sul fiume Bardello, delle comunità biologiche, dei macroinvertebrati, della fauna ittica e della diatomee, cioè di microalghe.
La Regione, sempre tramite Arpa, ha poi dato supporto ai soggetti attuatori del Programma d’azione per il risanamento - in questo vaso al Cnr Irsa di Verbania e all’Università dell’Insubria - nel campionamento effettuato per analizzare l’antibiotico e la metallo resistenza e l’analisi del sedimenti.
Entro la fine del mese, uno step che forse muoverà le acque, sul fronte del programma. Un rapporto, da Arpa Lombardia che riassumerà le comunicazioni “sui malfunzionamenti del sistema di collettamento e depurazione con possibile sversamento dei reflui nel bacino imbrifero».
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