NATURA RIBELLE
Lago di Varese verde? Ecco perché
L’Arpa: «La fioritura di alghe non significa aumento dell’inquinamento»

«La fioritura algale della Woronichinia naegeliana che da inizio ottobre è subentrata nelle acque del lago di Varese a un’altra specie, la Limnoraphis robusta, e che attualmente forma striature e ammassi chiaramente visibili, non è causata da un aumento dell’inquinamento: questa specie ha trovato in questo periodo condizioni meteo-climatiche particolarmente favorevoli al suo sviluppo con un ridotto numero di giornate ventose capaci di generare turbolenza nelle acque e ostacolare la fioritura. Inoltre il riscaldamento delle acque aumenta la stabilità della colonna d’acqua, condizionando le dinamiche dei nutrienti e dell’ossigeno e avvantaggiando i cianobatteri».
Andrea Beghi è il tecnico del dipartimento di Varese dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) che si occupa di monitoraggio delle acque. E fa chiarezza sul fenomeno del “lago verde” che tanto ha preoccupato i residenti in questo periodo.
Il lago verde
«Sono due specie di cianobatteri che si osservano da anni nella composizione del fitoplancton del lago - continua - In generale l’azione del vento e delle correnti può favorire la formazione di accumuli notevoli anche a riva, come abbiamo riscontrato più volte sul campo». Il primo episodio di fioritura è stato riscontrato a inizio settembre 2021 e si è protratto per tutto il mese ad opera della specie Limnoraphis robusta. A inizio ottobre, poi, è subentrata l’altra specie che ha dato luogo a una fioritura particolarmente estesa e persistente che ha interessato gran parte del lago di Varese nei mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Durante i campionamenti effettuati il 20 gennaio a centro lago, la situazione sembrava migliorata, rispetto ai mesi precedenti, tuttavia la presenza dell’alga è ancora visibile e sono stati segnalati accumuli in alcune zone a riva, per esempio al lido di Gavirate.
L’alga infestante
La Woronichinia naegeliana è una specie che tollera le basse temperature e dà luogo a fioriture persistenti, quando incontra condizioni meteo climatiche favorevoli. Più in generale, la massiccia presenza di cianobatteri nelle acque è considerata una conseguenza dell’eccessivo arricchimento di nutrienti cui questi ambienti sono andati incontro negli anni passati. «Questo ambiente soffre ancora di problemi legati all’eutrofizzazione - precisa il tecnico - Rispetto agli anni ‘70-‘80 ci sono stati significativi miglioramenti, ma c’è ancora strada da fare, riducendo il carico di nutrienti provenienti dall’esterno e il carico interno rilasciato dai sedimenti del lago. Tra i partecipanti alle attività portate avanti dall’Accordo quadro per lo sviluppo territoriale (Aqst) per la salvaguardia e il risanamento del lago di Varese c’è questa consapevolezza. Le attività previste dovranno proseguire con costanza nel corso degli anni per ottenere risultati apprezzabili. Il processo di risanamento delle acque di un lago, attraverso la riduzione dei carichi di nutrienti in ingresso, determina un miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche. La componente biologica risponde a questi cambiamenti in modo positivo, ma non in modo istantaneo, perché richiede tempistiche più lunghe».
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