DELITTO AL MOTEL
«Lavinia vittima dei suoi sogni». Un giorno in pretura ripercorre il processo d’appello
La storia del ragionier Andrea Pizzocolo e della 18enne uccisa in un motel di Olgiate Olona stasera su Rai 3

Il suo sogno, da piccola, era fare la poliziotta. Invece nel 2011 venne in Italia con la madre, a Siracusa, conobbe un giovane connazionale e si trasferì con lui a Milano. Iniziò a fare la escort, l’ultimo cliente della sua brevissima parabola fu Andrea Pizzocolo: il ragioniere la uccise al motel Moom nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2013, caricò il cadavere in macchina, lo portò fino al motel Silk di Lodi e ne abusò, filmando ogni dettaglio, fino al primo pomeriggio. Lavinia Ailoaiei aveva appena diciotto anni.
L’APPELLO DELLA MAMMA
La sua storia sarà rispolverata stasera - sabato 30 novembre - su Rai 3 nella puntata di “Un giorno in pretura”. Già a ottobre si era occupata della vicenda la trasmissione “Detectives - Casi risolti e irrisolti”, sempre sulla terza rete Rai. C’è però chi quel fatto di cronaca agghiacciante non ha bisogno di seguirlo in tv perché l’ha scolpito nel cuore da undici anni. «Vorrei che ciò che è accaduto a mia figlia servisse da monito per tante ragazze ingenue e sognatrici. L’amore si dimostra con i fatti, non con le parole, le giovani devono sempre seguire la ragione e non i sentimenti. Consiglio a tutte di aprire bene gli occhi, Lavinia volle lasciare Siracusa e seguire il fidanzato che amava tanto ed ecco com’è finita». Ioana oggi ha quarantanove anni, lavora in una Rsa di Siracusa come operatrice socio sanitaria e ha un figlio di undici anni. Era neonato quando la sorella morì. «Io non volevo che Lavinia se ne andasse dalla Sicilia ma usò l’emotività invece della razionalità. L’amore da solo non basta, una ragazza deve stare con un compagno che la protegga, che si prenda cura di lei, che non le permetta di finire nei guai». È arrabbiata Ioana, con il ragioniere condannato all’ergastolo, che sta scontando nel carcere di Bollate, e pure con l’ex di Lavinia che era a conoscenza - a differenza sua - di ciò che la diciottenne faceva per mantenersi e che la notte del delitto le inviava messaggi suggerendole come comportarsi con il cliente per non stancarsi eccessivamente. «Lavori troppo, pulcino», le scrisse fino a pochi minuti prima che Pizzocolo la strangolasse con le fascette da elettricista.
SOGNI INFRANTI
Nella trasmissione del 6 ottobre, era stato l’avvocato di Ioana a raccontare chi fosse Lavinia. «Era una ragazza piena di sogni, voleva sposarsi e avere tanti bambini. Era ingenua, non pensava di finire in quel vortice. Alla mamma non disse mai la verità, la mia assistita scoprì tutto dalla televisione durante una vacanza in Romania», aveva spiegato l’avvocato Tiziana Bertoli. Al termine di una procedura civilistica lunga oltre dieci anni l’avvocato è riuscito a ottenere il pignoramento della casa di Arese in cui il ragioniere necrofilo viveva con moglie e figlia. «Non è un gran ristoro, nessuno restituirà Lavinia alla madre, il dolore è troppo profondo. Ma è un atto di giustizia significativo».
FINE PENA MAI
“Un giorno in pretura” ripercorrerà il processo celebrato in Corte d’Assise d’Appello a Milano. L’ergastolo - chiesto in primo grado dall’allora pubblico ministero Raffaella Zappatini e disposto dalla corte d’assise di Busto - è diventato definitivo a novembre del 2017. Con la droga di cui faceva uso massiccio ha per forza chiuso ma il lavoro più duro è la rimozione delle sue parafilie. La moglie e la figlia non l’hanno mai abbandonato nel percorso. Non saltano mai un colloquio: il loro sorriso lo sta aiutando a rischiarare il lato oscuro.
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