IL CASO
La palestra non apre, iscritti in rivolta
In novanta hanno già pagato le quote, si valuta un’azione legale
Qualcuno ha pagato l’intero abbonamento, 299 euro per 15 mesi di palestra: altri hanno dato solo un acconto di 150 euro, in tutto gli iscritti alla palestra che non c’è sarebbero circa una novantina.
Uomini e donne giovani e meno giovani che adesso vogliono indietro i loro soldi, perché di fatto hanno pagato per un servizio che non è mai stato offerto.
La paradossale storia della palestra “Victory Sport” di viale Sabotino è iniziata lo scorso agosto, quando la città è stata tappezzata da manifesti arancioni che invitavano ad approfittare di sconti promozionali. Chi si sarebbe iscritto entro settembre avrebbe pagato meno, al civico 281 i lavori per la realizzazione della palestra erano già iniziati.
I rendering mostravano un ambiente moderno e attrezzatissimo, dai manifesti uomini con addominali d’acciaio e donne dal fisico perfetto lanciavano un messaggio accattivante: Are you ready? (Sei pronto?).
In effetti gli utenti erano pronti, ma la palestra no. A settembre il titolare comincia le selezioni di istruttori e personale, poi tutto si blocca. Mentre le iscrizioni continuano a fioccare, nel cantiere iniziano i problemi: gli operai vanno a rilento, a quanto pare i soldi scarseggiano. E alla fine i lavori si bloccano del tutto.
Oggi, dopo cinque mesi, davanti al civico 281 c’è un mucchio di sabbia e una porta a vetri che dà su un locale vuoto. Chi aveva sottoscritto l’abbonamento ovviamente ha cominciato a preoccuparsi mesi fa: «Quando abbiamo capito che il cantiere era fermo abbiamo cercato di contattare il titolare - racconta uno di loro -. I telefonini erano spenti, alle mail non rispondeva nessuno. Alla fine siamo riusciti a rintracciarlo e ci siamo presentati in massa all’appuntamento: a questo punto è chiaro che la palestra non aprirà, il titolare si è impegnato a restituirci i nostri soldi».
Ma come? Dopo aver tentato fino all’ultimo di trovare una soluzione, i clienti hanno aperto un profilo Facebook (I truffati della Victory Sport) per contattare altri abbonati: l’obiettivo è quello di riunirsi tutti insieme per denunciare il titolare, che dopo i primi contatti continua a essere irreperibile.
«Credo che il termine truffa sia inappropriato - chiarisce uno dei clienti -. Probabilmente abbiamo di fronte un imprenditore che ha fatto il passo più lungo della gamba e alla fine per tutta una serie di motivi l’operazione non è decollata. Resta il fatto che noi ci abbiamo messo dei soldi, e che adesso li vogliamo indietro».
Falliti tutti i tentativi di trovare una soluzione bonaria, i clienti hanno già dato mandato a un avvocato di presentare denuncia. Sarà poi la Procura a decidere se si tratta di una truffa o di un semplice pasticcio.
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