GUARDIA DI FINANZA
Hashish, un affare di famiglia
Padre e figlia fermati a bordo di un camper a pochi passi dalla Svizzera: avevano cinque chili di droga

È sempre bello quando padre e figlia riescono a condividere una passione che li accomuni entrambi. Se non fosse che l’hobby in questione sia la droga. A interrompere l’idillio familiare sono stati i finanzieri luinesi che hanno arrestato due cittadini svizzeri del Cantone tedesco dell’Appenzello Esterno, bloccati mentre erano intenti ad attraversare la frontiera in uscita dall’Italia con circa 5 chili di hashish.
I due “corrieri” elvetici, L.R. di 65 anni e sua figlia L.S. di 40 anni, sono stati fermati a bordo di un camper dalle fiamme gialle in collaborazione con i funzionari doganali, a pochi passi dal valico stradale di Zenna.
Ad insospettire i militari sono state le giustificazioni fornite dai due turisti che, dalla zona rossa, tornavano in Svizzera da un valico minore distante dalla loro destinazione finale. I segni di nervosismo mostrati di fronte alle prime domande di rito hanno indotto i finanzieri ad approfondire l’ispezione doganale richiedendo ai colleghi di Malpensa l’intervento di un’unità cinofila antidroga che stava dirigendosi al valico di Ponte Tresa per un servizio di routine.
Dopo un primo controllo dei documenti e del mezzo, grazie alla segnalazione del cane Wind, i finanzieri hanno deciso di condurre il camper a Luino, dove in un’officina meccanica si sarebbe potuta accertare la presenza di possibili doppifondi.
Gli accertamenti scrupolosi delle fiamme gialle hanno infatti dato l’esito che tutti si aspettavano: dopo aver smontato parte della struttura abitativa del camper è stata scoperta un’intercapedine di legno nascosta tra due pannelli di compensato, dove sono stati rinvenuti 99 panetti di hashish divisi in cinque pacchi, per un totale di cinque chili.
La sostanza stupefacente, confezionata con tanto di etichettatura, era già pronta per l’immissione sul mercato elvetico. La droga ed il camper sono stati subito sequestrati, mentre i due corrieri sono stati tratti in arresto per traffico internazionale di stupefacenti e condotti nei carceri di Varese e di Como, quest’ultimo sede del carcere femminile.
Non è di certo la prima volta che qualcuno prova a portare della droga dall’Italia in Svizzera: lo scorso febbraio è stato stroncato un traffico di coca diretto verso il Ticino.
© Riproduzione Riservata