IN TRIBUNALE
«Maltrattava gli alunni»: la maestra va a giudizio
«Bambini offesi e mortificati» dall’insegnante di una scuola elementare. Quindici famiglie chiedono i danni. Il Ministero citato come responsabile civile

La maestra va a processo per maltrattamenti. Al termine dell’udienza preliminare, infatti, il gup del Tribunale di Varese, Marcello Buffa, ha rinviato a giudizio ieri, lunedì 28 luglio, la 47enne insegnante di una scuola primaria di un paese sulle sponde del lago di Varese. La prima udienza, davanti al collegio, è fissata all’inizio di dicembre. In aula ci saranno anche i legali delle 15 famiglie che si sono costituite parte civile, decise a ottenere un risarcimento danni per i presunti abusi subiti dai loro bambini. E ci sarà pure un rappresentante del Ministero dell’Istruzione e del Merito, indicato come responsabile civile, cioè il soggetto tenuto a pagare l’indennizzo – in solido con l’imputato – in caso di condanna.
TELECAMERE NASCOSTE IN AULA
I fatti al centro del procedimento penale risalgono al periodo settembre 2022-dicembre 2023. Nel frattempo la maestra è stata assegnata a un altro incarico. La donna, difesa dall’avvocato Alessandra D’Accardio, ha sempre respinto le accuse che la Procura della Repubblica le ha mosso al termine delle indagini dei carabinieri della Stazione di Azzate. Raccolte le prime segnalazioni, i militari installarono telecamere nascoste nelle aule occupate dalle due classi in cui insegnava l’imputata (una prima, poi diventata seconda, e una terza poi diventata quarta). Indagini che si conclusero, poco prima di Natale di due anni fa, con la misura cautelare dell’interdizione dall’insegnamento per sei mesi.
«AGGRESSIONI VERBALI E INTIMIDAZIONI»
Il capo di imputazione parla di «aggressioni verbali, rimproveri e rimbrotti gratuitamente offensivi e mortificanti», ma pure di «intimidazioni con toni duri e severi, improvvisi scatti d’ira, condotte aggressive anche verso oggetti a scopo dimostrativo». Sono 39 le persone offese identificate dagli inquirenti, ma solo un terzo delle famiglie coinvolte ha scelto – con gli avvocati Cristiano Cunati, Chiara Di Giovanni, Gigliola Guglielmi e Romana Perin) di chiedere i danni. La maestra avrebbe trattato i bambini «in modo inadeguato rispetto alla tenera età», sottoponendoli a «condizioni di stress e di pressione incompatibili», appunto, con alunni tra i 6 e i 9 anni. Urlando e usando un tono di voce altissimo, fino al punto – continua l’accusa – di minacciarli che, se si fossero lamentati dei suoi metodi con i genitori, «sarebbero “passati dalla parte dei bambini cattivi”» e al suo posto «sarebbe arrivata una maestra ancora più cattiva».
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