TRAGEDIA DI MORAZZONE
Lo psichiatra: «Paitoni ha usato il figlio per vendicarsi»
Cioffi “inquadra” l’uomo che ha ucciso il figlio di 7 anni: «Incapace di gestire gli impulsi violenti»

Come può un padre trasformarsi nel carnefice del proprio figlio? E ancora, ci possono essere stati segnali premonitori che avrebbero permesso di intercettare per tempo una condotta di questo tipo? Due domande, gigantesche anche a posteriori, dopo la terribile fine del piccolo Daniele Paitoni per mano del padre dal quale avrebbe dovuto attendersi solo amore e protezione. Due domande che giriamo al professor Isidoro Cioffi, psichiatra e psicoterapeuta noto, nonché coordinatore del gruppo di lavoro provinciale sulla salute mentale.
DISTURBO DI PERSONALITA’
«Che cosa posso dire? Di sicuro, almeno stando a quanto come chiunque ho letto sui giornali, il padre è affetto da un disturbo di personalità emotivamente instabile di tipo impulsivo - dice il medico, inquadrando la patologia di cui soffrirebbe Davide Paitoni, il padre del piccolo Daniele del quale ieri si sono celebrati i funerali - E qualche segnale pregresso, non sul figlio ma sulla incapacità di gestire gli impulsi violenti, lo aveva dato, infierendo sul collega di lavoro». Lo psichiatra si riferisce all’accoltellamento alla schiena di fine novembre, spiegando Paitoni come un uomo che non riesce a gestire le sue emozioni e a trattenersi: neanche quando a farne le spese è il figlio, il bene più grande.
ATTEGGIAMENTO SADOMASOCHISTA
«E qui direi che s’innesta anche un atteggiamento sadomasochista: sadico perché è la vendetta verso la moglie a prevalere e quindi uccide il bambino per causarle il dolore più grande, e masochistico perché nello stesso tempo il torto lo fa a sé stesso, eliminando la persona che gli è più cara: sempre Daniele». E per di più, senza dargli una morte “dolce” ma con un gesto efferato come una coltellata. L’uomo che lo psichiatra descrive, interpretandone i comportamenti, in definitiva non è un padre. Anche se, pur con esiti per fortuna molto meno rilevanti di questo, «usare i figli per attuare una vendetta verso l’ex moglie è un classico: i bambini diventano oggetti».
ALTRI CASI
Da perito di parte in tribunale, di casi simili ne ha visti tanti. Cioffi spiega anche che si tratta di uomini con ferite psicologiche nel loro vissuto, «che non sempre si riescono a chiudere». Comunque individui a rischio. «Ricordo Elia Del Grande, che già aveva ferito con un coltello un autista di bus, mentre i genitori, gli stessi che poi lui uccise, ci pregavano caldamente di dimetterlo». Avvisaglie terribili, alla luce del poi. Disturbi di personalità che non sono facilmente curabili ma che impongono, a seconda delle tipologie più o meno lievi, di agire per arginare la violenza latente. Lo psichiatra, spesso consulente del tribunale, ricorda anche «che la maggior parte di questi crimini avvengono all’interno del nucleo familiare, a causa di persone, lo ripeto, che non sanno gestire rabbia e frustrazione. Anche in questo caso poteva essere così perché marito e moglie erano in fase di separazione. Ma quanto accaduto è al di là della conflittualità, qui si tratta di disturbo patologico». Ma «va cambiata anche la mentalità - insiste l’esperto - Perché il figlio non deve essere un oggetto da “usare” per fare un dispetto alla moglie».
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