IL CASO
Moschea negata, nuovo scontro
La Corte Costituzionale boccia due articoli della legge lombarda. Gli islamici tornano a sperare. Il leghista Colombo: «Ci batteremo per il diritto alla sicurezza»
La sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittima parte della legge della Lombardia sui luoghi religiosi «è importante per l’integrazione e per l’affermazione del principio di libertà di culto». Lo ha detto Aldo Travi, avvocato di Busto Arsizio e professore all’Università Cattolica di Milano, legale dell’associazione Islamica Ticinese che contro la legge si era rivolta al Tar, avendo visto negato a Sesto Calende l’insediamento di un luogo di culto.
«Si tratta di centinaia di persone immigrate in Italia svariati anni fa - ha spiegato il professore - in massima parte con cittadinanza italiana e che risiedono a Sesto Calende». Riuniti in associazione, dal 2006 «chiedevano al Comune di avere un luogo dove poter pregare - ha spiegato Travi - sentendosi continuamente negare la richiesta».
Nel 2013 il Tar «ha dato loro ragione, annullando il Piano di governo del territorio» perché non comprendeva il Par (Piano dei luoghi di culto). Quando è stata avviata l’esecuzione della sentenza però è entrata in vigore una nuova legge regionale. «Adesso speriamo che il Comune si adegui - ha concluso Aldo Travi - e finalmente ci sia la possibilità di far avere a queste persone un luogo dove pregare». Nella sentenza della Consulta viene detto che la Lombardia ha irragionevolmente limitato la libertà di culto.
Secondo la Corte, la libertà religiosa comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla esercitare. Pertanto, quando disciplina l’uso del territorio, il legislatore deve tener conto della necessità di dare risposta a questa esigenza e non può comunque ostacolare l’insediamento di attrezzature religiose.
La Corte costituzionale, con la sentenza depositata ieri, giovedì 5 dicembre, ha annullato due disposizioni in materia di localizzazione dei luoghi di culto introdotte dalla legge regionale del 2015.
La reazione della Regione è arrivata dall’assessore al Territorio, Pietro Foroni: «La Corte Costituzionale ha sì abrogato due commi che riguardano l’iter amministrativo per i nuovi luoghi di culto e alcuni presupposti, ma la legge regionale della Lombardia per il resto rimane pienamente in vigore». «E rimane in vigore - ha aggiunto - che i luoghi di culto dovranno avere specifica destinazione d’uso e dovranno rispettare i requisiti di possedere un determinato numero di parcheggi, servizi, collegamenti infrastrutturali. I luoghi di culto oggi abusivi rimangono tali». Ed è ancora scontro, sulla moschea (caso da cui ha avuto origine il ricorso il Tar e quindi il pronunciamento della Corte), con Marco Colombo, ex sindaco di Sesto Calende e oggi consigliere regionale della Lega: «Nel mio mandato da sindaco ho sempre applicato la legge e sempre la applicherò - ha commenta oggi, venerdì 6 dicembre - un impegno che non ho intenzione di far venire meno. Ora che la Corte Costituzionale ha eliminato alcuni articoli della legge cosiddetta “antimoschee”, da consigliere regionale mi impegnerò a fare tutto il possibile affinché possano trovare spazio ulteriore modifiche per limitare la proliferazione incontrollata di moschee».
«Siamo già al lavoro sia con l’assessore Foroni sia con il Gruppo Lega in Consiglio regionale - ha spiegato Colombo - per far fronte alla sentenza della Consulta e porre in essere degli emendamenti migliorativi del testo di legge. Uno degli obiettivi è quello di evitare che ci sia una perdita di autonomia degli enti locali in materia di programmazione urbanistica del territorio, anche in materia di attrezzature religiose».
«Ci batteremo sempre per tutelare il diritto alla sicurezza dei lombardi».
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