LA TRAGEDIA
«Non parlate di femminicidio, mio padre viveva per mia madre»
Parla Achille Rizzotti, il figlio dell’uomo che ha ucciso la moglie ricoverata in ospedale ad Angera e si è suicidato

«Non voglio che si dica che è stato un femminicidio, perché non lo è stato: il femminicidio nasce dalla sopraffazione e dalla violenza; in questo caso, invece, per quanto sia difficile da comprendere, c’era un amore smisurato. Mio padre viveva per mia madre: è stato un gesto inconsulto, certo, ma non un atto d’odio». Achille Rizzotti è uno dei due figli di Giuseppe, l’uomo di 91 anni di Cuasso al Monte che lunedì è entrato in ospedale ad Angera e ha sparato alla moglie che era ricoverata lì, uccidendola, prima di togliersi la vita con un altro colpo di pistola. E ha commentato così la tragedia che ha distrutto la sua famiglia e per primi proprio lui e il fratello Marco, come lui sconvolto per quanto è accaduto.
La data dei funerali dei due coniugi non è ancora stata resa nota, ma Loredana Bonora, il sindaco di Cuasso al Monte – il paese dove la coppia viveva –, ha già proclamato per quel giorno il lutto cittadino: un’intera comunità è affranta.
Il servizio completo sulla Prealpina di giovedì 19 giugno, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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