IL CASO
Omar, la musica si spegne in attesa della verità
Ieri l’autopsia sul giovane morto dopo le botte. Indagini scaturite dalla denuncia dei genitori: «Prima il pestaggio e poi la diagnosi sbagliata»

Il Dolce Beach di Origgio ieri ha spento la musica. Resterà chiuso fino a data da destinarsi. Lo ha comunicato la società con un post sulla pagina Instagram del locale. Una decisione presa sia per rispetto al lutto della famiglia di Omar Bassi, sia per consentire agli inquirenti di fare chiarezza su ciò che accadde la sera del 20 luglio. I numerosi cugini, tutti testimoni del fatto, raccontano di un violento e sproporzionato pestaggio a cui i buttafuori (cinque) avrebbero sottoposto Omar. Nessuna dichiarazione da parte dei titolari della discoteca (contattati da Prealpina) dai quali - giova comunque ricordarlo - non dipende il servizio di sicurezza.
INDAGINI COMPLESSE
Ieri a Reggio Calabria - località in cui il ventitreenne di Bollate è morto il 5 agosto - il medico legale ha eseguito l’autopsia, dunque a giorni la salma tornerà a casa per il funerale. In attesa degli esiti dell’esame, l’indagine resterà con ogni probabilità alla procura reggina per una questione pratica: l’aggressione che i parenti indicano come prima causa della tragedia avvenne a Origgio e quindi in territorio di competenza della magistratura di Busto. L’ospedale a cui si rivolse il ragazzo due giorni dopo l’episodio - il cui personale medico avrebbe sottovalutato o sbagliato la diagnosi - è in territorio milanese, quindi dovrebbero procedere i magistrati del capoluogo. Per superare l’impasse l’inchiesta potrebbe quindi radicarsi nel luogo in cui Omar è spirato.
RACCOLTA FONDI
Da Cascina del Sole, frazione di Bollate, gli amici hanno lanciato una raccolta fondi per aiutare la famiglia del giovane, si trova sulla piattaforma Gofundme: «Chiediamo tutti giustizia per Omar», scrive Emanuel, «per me era un fratello, siamo cresciuti insieme. Vi chiedo di donare quanto vi sentite, se avete un cuore, per aiutare i suoi poveri genitori e le persone a lui care». Toccanti le parole della zia Veronica che da giorni girano sui social: «Faremo in modo che chi ha responsabilità paghi, sei sempre stato il migliore, sempre conciliante e protettivo, sempre educato e con il sorriso».
COMPLEANNO DA DIMENTICARE
Omar, la sua compagnia, i suoi cugini il 20 luglio avevano prenotato un tavolo al Dolce Beach per festeggiare i ventisei anni di un parente. Conoscevano il posto, si erano sempre trovati bene, le serate trascorrevano con spensieratezza e senza zuffe. Alle loro spalle c’era però una tavolata di gente un po’ rissosa, due di loro iniziarono a picchiarsi e il fratello di Omar per qualche istante restò a guardare la scena. Gli venne detto di non impicciarsi e così fece. A un certo punto intervennero i buttafuori per placare la clientela tumultuosa: un addetto alla sicurezza avrebbe sferrato un pugno al ragazzo, facendolo stramazzare. Omar avrebbe reagito per difendere il diciannovenne ma contro di lui si scagliarono in cinque. Possibile ci sia un nesso eziologico tra il decesso del ventitreenne e la furia della security?
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