IL PROCESSO
«Ho contato 29 fendenti»: l’aggressione a Lavinia e la testimonianza della poliziotta
Omicidio Limido, nuova udienza oggi a Varese. Manfrinati assente

“Ho appoggiato il coltello, non ce l’ho con voi”. Così disse Marco Manfrinati ai primi poliziotti arrivati in via Menotti il 6 maggio 2024 dopo l’aggressione alla sua ex moglie Lavinia Limido e al padre di lei, Fabio. Lo ha riferito l’agente della Squadra Volante che, insieme con un collega, ha poi ammanettato l’ex avvocato. «Non ha opposto resistenza», ha detto il poliziotto durante l’udienza di oggi in Corte d’Assise del processo allo stesso Manfrinati per l’omicidio del suocero e il tentato omicidio della madre di suo figlio. Manfrinati, in carcere da un anno, non era presente in aula.
IL VIDEO E LE COLTELLATE
Un’altra poliziotta della Squadra Mobile ha ricostruito - dopo aver analizzato, frame dopo frame, le immagini della telecamera dell’azienda della famiglia Limido – i drammatici minuti dell’aggressione a Lavinia: “Ho contato 29 fendenti”. Il pm Maria Claudia Contini contesta all'imputato una serie di aggravanti: la premeditazione è ipotizzata solo per l’accoltellamento di Lavinia; sia per l’omicidio consumato, sia per quello tentato, l’accusa ritiene invece sussistenti la crudeltà, il vincolo di parentela, la minorata difesa e l’aver commesso il fatto contro le persone offese dal reato di stalking (quest’ultima rientra tra quelle che, in caso di omicidio, prevedono la pena dell’ergastolo).
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