IL CASO
Parcheggi, la stangata
Rabbia dei pendolari per l’area di sosta in viale Milano: ora si paga
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la riscoperta da parte di Metropark del parcheggio di via Milano: l’area dietro all’ex tribunale era dimenticata da un paio di anni, la sbarra che ne impediva l’accesso era rotta e chi aveva bisogno di un parcheggio poteva lasciare lì gratuitamente la propria auto.
A giugno però Metropark (società del gruppo Ferrovie) ha deciso di riparare la sbarra e ha stabilito le nuove tariffe: parcheggiare in via Milano adesso costa 50 euro al mese, che possono diventare 35 per chi già possiede un abbonamento ferroviario. Tanti pendolari dalla prossima settimana troveranno una brutta sorpresa.
Snodo importante
Il parcheggio di via Milano è mezzo deserto, in compenso la stradina dietro al tribunale è intasata dalle auto di chi parcheggia gratis. Per arrivare in stazione comunque bisogna camminare per poco meno di 700 metri, a questo punto tanti pendolari preferiscono il parcheggio di via Torino: quattrocento posti che si trovano a poco meno di un chilometro da piazza San Giovanni XXIII, ma che almeno sono gratis.
Il punto è che attorno alla stazione di Gallarate, che dopo Rho è la più importante a nord di Milano, di parcheggi per i pendolari non ce ne sono.
«È assurdo ma è così - afferma Manuel Carati, preparatissimo portavoce del Comitato pendolari Gallarate Milano -. Da Gallarate passano tre linee: la Milano Varese, la Milano Domodossola e la Milano Luino. Sulla tratta viaggiano 150mila persone, ma dal punto di vista dei parcheggi una stazione secondaria come quella di Parabiago è decisamente meglio servita. I gallaratesi in piazza San Giovanni XXIII preferiscono arrivarci a piedi, il parcheggio di Metropark è usato soprattutto da chi viene da fuori».
«A parte via Torino, che è lontano un chilometro, resta solo il parcheggio al centro commerciale Il Fare, che è coperto, dista meno di 200 metri dalla stazione e costa 2 euro al giorno, 20 al mese per gli abbonati - aggiunge -. Tutto intorno c’è il disco orario, due ore di sosta al massimo. Come a dire: se potete evitare di prendere il treno, evitate».
Il problema è che Milano ha deciso di cacciare le auto dal centro storico, e chi ci lavora in qualche modo deve arrivare comunque in ufficio: «L’abbonamento di Metropark è un altro salasso - afferma Anita Bella, del Comitato pendolari -. L’abbonamento per Milano già costa un migliaio di euro all’anno, così ne dovremo aggiungere altri 400. La verità è che chi prende il treno da Gallarate non ha molta scelta».
Serve una soluzione
Ecco perché a fine luglio il Comitato ha tentato di avviare un confronto con il Comune e con rete ferroviaria italiana. La stazione di piazza San Giovani XXIII è un punto di riferimento fondamentale per i gallaratesi, ma anche per chi viene da Cardano e da Cassano Magnago.
A Busto Arsizio le stazioni sono due (Stato e Nord), qui i problemi invece sono concentrati tutti attorno a un unico edificio.
«Ma Ferrovie a Gallarate ha ettari di officine, scali e magazzini dismessi - continua Carati -. Perché non recuperare una parte di quelle aree per realizzare parcheggi e rendere la stazione più accessibile? A guadagnarci non sarebbero solamente i pendolari, ma tutta la città». Tutto sta nel trovare il modo di avviare il confronto.
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