LA DUE GIORNI DEL CARROCCIO
Pontida, Vannacci si scusa con Bossi
Il vice segretario della Lega: «Non sapevo fosse il suo compleanno, gli faccio gli auguri in ritardo di qualche giorno»

Primo, oggi, sabato 20 settembre, dei due giorni di Pontida. Una Pontida diversa, dominata dal volto di Charlie Kirk, l’attivista conservatore e americano ucciso durante un evento in università nello Utah, ma anche in difesa dei valori cristiani e contro "l'islamizzazione" dell’Europa. Sul “sacro prato”, in attesa degli interventi internazionali previsti per domenica 21 settembre,a prendersi la scena sono i giovani della Lega, arrivati con scritte e cori sull'identità e contro l’immigrazione. "Lega anti-maranza, la remigrazione avanza". E ancora, "L'Europa è cristiana non è musulmana". Sono alcuni degli slogan urlati dai giovani esponenti del Carroccio, che hanno chiesto "libertà" per il Veneto e per la Lombardia, con una vena ironica per “accogliere” il vicesegretario Roberto Vannacci, arrivato poco dopo: "Vannacci è moderato, noi no". Acclamato anche il leader Matteo Salvini, a Pontida a sorpresa dopo che oggi il suo staff aveva fatto sapere che non sarebbe venuto oggi dopo alcuni controlli medici effettuati per via dei calcoli renali.
Vannacci ha parlato di Umberto Bossi ai cronisti e deglim auguri di compleanno che il Generale non ha fatto al fondatore della Lega. Ecco perché: «Non ho fatto gli auguri a Umberto Bossi, non sapevo neanche fosse il suo compleanno. Lo andrò a trovare appena qualcuno mi dirà che è il caso di andarlo a trovare, so che non versa nelle migliori condizioni di salute quindi non mi presento e busso alla porta di una persona che ha altri problemi. Glieli faccio oggi in ritardo di qualche giorno».
Poi Vannacci ha fatto il suo discorso: «Il vittimismo non fa parte della destra, è Saviano che gira con la scorta non il sottoscritto. Quindi sono loro le vittime, oggi se non sei una vittima non sei nessuno». «Io non ho paura, ma sono consapevole dei rischi - ha aggiunto -. La scorta me la faccio da solo e gestisco la paura perché sono le mie convinzioni». Quindi ha concluso: «Noi accettiamo il rischio come fanno le persone forti e coraggiose e le vittime la lasciamo fare agli altri».
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