TRIBUNALE
Processo Schiranna, in aula Fontana e Caianiello
Il governatore chiamato a testimoniare come ex sindaco di Varese: nel 2010 inviò esposti in Procura e alla Corte dei Conti sulla gestione di Aspem Reti. L’ex plenipotenziario di Forza Italia e l’amicizia con Calemme
Al processo per i lavori alla piscina della Schiranna questa mattina, giovedì 23 marzo, primo testimone è stato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ex sindaco di Varese.
Principale imputato del processo davanti al Tribunale presieduto da Andrea Crema è Ciro Calemme, ex amministratore unico di Aspem Reti, accusato di abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Fontana, chiamato a deporre dall'avvocato Marco Lacchin, legale di parte civile per il Comune di Varese, ha spiegato che da sindaco, nel 2010, inviò esposti in Procura e alla Corte dei Conti sulla base di voci relative ad anomalie nella gestione di Aspem Reti - «troppi soldi spesi per acquisti inopportuni» - e sulla base delle conclusioni di una commissione consiliare. «Ma tutto questo non ebbe alcun seguito» ha detto Fontana. Che ha precisato anche che stesso risultato ebbero i controlli su Aspem Reti degli uffici Patrimonio è Partecipate di Palazzo Estense.
Nel mirino della Procura ci sono i lavori di manutenzione alla piscina della Schiranna, per un totale di 240mila euro, che furono fatti pagare alla municipalizzata Aspem Reti ma di cui invece, secondo l’accusa, avrebbe dovuto farsi carico il gestore dell'impianto sportivo. Interventi peraltro non affidati con una gara ma frazionati in più lotti e affidati sempre all’impresa Sciretta, il cui titolare deve ora rispondere di truffa, mentre il direttore lavori è accusato di falso.
Nella seconda parte della mattinata è stato poi sentito come testimone, sempre chiamato dalla parte civile, Nino Caianiello, ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese travolto dall'inchiesta Mensa dei poveri (ha patteggiato l'applicazione di una pena pari quattro anni e 10 mesi di carcere). Caianiello ha detto di conoscere da molto tempo Calemme e di essere suo amico: all'epoca dei fatti, a metà dello scorso decennio, erano entrambi iscritti a Forza Italia ed entrambi facevano parte dell'associazione Agorà, che finanziava Forza Italia e aveva come obiettivo quello di avvicinare al partito nuovi simpatizzanti. Tramite Calemme, la chat Forza Napoli e una pizzata, Caianiello conobbe il titolare dell'impresa Sciretta, che si occupava appunto dei lavori di manutenzione alla piscina della Schiranna. Ma messo di fronte a una domanda diretta, l'ex ras di Forza Italia ha risposto così: «Sciretta mi fu presentato da Calemme, ma non avrei mai imposto o suggerito una realtà che non conoscevo». Aggiungendo in sostanza di non sapere cosa dire di fronte a una coincidenza temporale rilevata dall'avvocato Lacchin, ovvero il pagamento di una fattura da 20mila euro da parte di Aspem reti all'impresa, a cui seguì, sei giorni dopo, da parte della stessa impresa una donazione di 3.100 euro ad Agorà. Caianiello lavorò anche brevemente per Sciretta alla fine del 2015 come consulente, percependo una sola mensilità perché poi un subappalto non si concretizzò. Curioso infine il racconto del primo e unico incontro tra Caianiello e l'attuale sindaco di Varese Davide Galimberti, all'epoca avvocato: «Calemme aveva grande stima di Galimberti e me lo indicò come figura spendibile come candidato sindaco di Varese per il centrodestra. Incontrai Galimberti nel suo ufficio e fu una chiacchierata piacevole, ma capii che la candidatura non si sarebbe concretizzata e pochi mesi dopo seppi che Galimberti avrebbe corso per il centrosinistra».
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