PECULATO
Segretaria rubava i soldi delle gite
In cinque anni 145mila euro per aiutare la famiglia. A metà marzo comparirà di fronte al gup
In cinque anni era riuscita a intascarsi 145mila euro, sottraendoli in piccole, impercettibili, somme dalle casse della scuola in cui lavorava.
Ma non lo faceva per mantenersi vizi e capricci: la muovevano serie e delicate questioni familiari, la sua intenzione era quella di far fronte alle emergenze e di restituire al più presto ogni centesimo. Invece è rimasta incastrata in quella spirale che trascina sempre più in basso.
L’anomalia venne a galla dopo un quinquennio di ispezioni che non avevano evidenziato nulla di strano. Fu la nuova preside ad accorgersi dei buchi e subito li segnalò agli organi superiori. Partirono le indagini della guardia di finanza e ora la prima tranche della vicenda è conclusa: nei giorni scorsi il pubblico ministero Nadia Calcaterra - che ha coordinato l’attività dei militari - ha chiesto il rinvio a giudizio per la funzionaria amministrativa difesa dall’avvocato Cinzia Carullo.
L’accusa è di peculato: secondo gli inquirenti la donna, per mascherare le distrazioni di liquidi, avrebbe manipolato le voci di bilancio, sperando che la politica della goccia che scava la pietra potesse garantirle l’impunità.
La dipendente pubblica a quanto pare erodeva i contanti destinati alle gite scolastiche, all’acquisto di materiale per i laboratori, alle spese della classe, alle assicurazioni. E lo avrebbe fatto per un quinquennio o almeno questo è l’arco temporale accertato dagli investigatori. Avrebbe voluto tamponare le falle, aveva anche chiesto prestiti ma la situazione ormai le era sfuggita di mano. Venne sospesa dal servizio e le venne ridotto lo stipendio. Ora è malata e ancor più in difficoltà di un tempo. E come lei, lo sono anche i familiari che la funzionaria voleva aiutare.
A metà marzo comparirà davanti al gup Nicoletta Guerrero per l’udienza preliminare e in quella sede l’avvocato Carullo sceglierà con quale rito affrontare il processo.
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