IL DISASTRO
Caccia al piromane del Parco
Tra venerdì scorso e ieri, in fumo oltre 13mila metri quadrati di bosco nella riserva del Ticino
Che l’incendio divampato ieri, mercoledì 31 marzo, nel Parco del Ticino sia doloso, non c’è più alcun dubbio e s’è aperta così la caccia al piromane che ha devastato circa 9mila metri quadrati di bosco.
A Coarezza, i vigili del fuoco hanno impiegato ore prima di domare l’incendio che aggiunge cenere ai 4.500 metri quadrati già andati in fumo lo scorso fine settimana.
Nel frattempo, a fare i guardiani dell’area, sono arrivati i volontari del Parco insieme a quelli della Protezione civile, in particolare gli esperti del reparto antincendio.
Il sindaco Stefano Bellaria, già molto duro nei giorni scorsi, ha ribadito che sia necessario acciuffare l’autore o gli autori, piromani che stanno danneggiando uno dei polmoni verdi a ridosso di Malpensa.
Ieri mattina l’allarme è partito quando le fiamme hanno iniziato a intaccare l’area lungo l’Alzaia del Ticino.
Sul posto sono corsi i vigili del fuoco di Somma Lombardo che ben conoscono la zona e non hanno perso neppure un istante. Per ore hanno lavorato per evitare le le fiamme si propagassero maggiormente.
L’incendio è stato domato con l’aiuto dei colleghi arrivati con un modulo antincendio dal distaccamento di Busto Arsizio-Gallarate. Le due squadre hanno così spento le fiamme supportati da Prociv e volontari del Parco.
È stato subito evidente che, a distanza di pochi giorni, non si sia trattato di un focolaio mai spento, bensì di un altro atto doloso. Così i volontari del Parco del Ticino sono rimasti di guardia sul territorio come da indicazione dei vigili del fuoco.
Sull’area dell’Alzaia sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Gallarate che si stanno occupando delle indagini già avviate nei giorni scorsi. I primi due roghi sono stati appiccati venerdì 26 marzo e i vigili del fuoco sono rimasti tutta la notte di guardia fra Coarezza e Somma Lombardo. Il terzo rogo si è innescato sabato mattina scorso: in realtà non è escluso che anche quello sia stato appiccato e che non si sia trattato di autocombustione o di un fatto fortuito.
Il doppio incendio di venerdì è stato talmente impattante che dalla torre di controllo dell’aeroporto di Malpensa si è dovuto far dirottare i voli in fase di atterraggio per qualche ora sulla pista 35 right.
Al termine delle operazioni, l’area carbonizzata aveva interessato 4.500 metri quadrati di bosco.
La ferita nel Parco del Ticino continua però ad allargarsi e, alla luce dell’ultimo episodio di ieri mattina, le autorità hanno fretta di identificare l’autore in modo da poter bloccare gli incendi che rischiano di divenire una vera piaga. Purtroppo, ciclicamente la provincia di Varese è vittima di piromani: l’altra ferita ancora aperta, e mai sanata, è l’incendio al Campo dei Fiori di Varese del 2017, il più grave degli ultimi trent’anni.
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