LE INDAGINI
Spari davanti al Ritual: Daspo al rapper Néza
Il 21enne di Castellanza e un amico non potranno accedere agli stadi per due anni. Applicato il provvedimento «fuori contesto». L’avvocato: «Ancora nessuna notifica»

Al rapper non è ancora stato notificato nulla, ma è suo il nome di uno dei due ragazzi colpiti dal Daspo per i colpi di pistola esplosi fuori dal Ritual contro i buttafuori. Néza - nome d’arte del ventunenne Anes Mihoued - per due anni non potrà partecipare a manifestazioni sportive e come lui anche il suo amico, un coetaneo di Cerro Maggiore. Quale valore punitivo o deterrente abbia il divieto di accesso agli stadi per soggetti che viaggiano con la pistola in tasca e che non esitano a usarla bisognerebbe chiederlo al legislatore che nel 2019 ha partorito il provvedimento di «daspo fuori contesto». Sta di fatto che mentre i carabinieri della stazione di Castellanza stanno ancora lavorando per capire chi, la sera del 31 maggio, abbia fatto cosa, la questura di Varese si è portata avanti sul piano amministrativo. «A noi non è stato comunicato nulla», precisa l’avvocato Milena Ruffini.
SETTIMANE COMPLICATE
Una decina di giorni fa Néza era stato pure arrestato a Sesto San Giovanni: era al Carroponte per il concerto dell’amico Baby Gang, arrivato in Ferrari aprendosi un varco nella zona vietata al transito di veicoli. Il personale del servizio di sicurezza non aveva gradito l’iniziativa, i fans dal canto loro si misero di traverso per consentire al trapper di superare le transenne, ne nacque un parapiglia che rese necessario l’intervento delle forze dell’ordine e sul ventunenne castellanzese cadde addosso l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Ne seguì il processo per direttissima a Monza, terminato con un patteggiamento a un anno, la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena e l’immediata scarcerazione. A fine gennaio la sottosezione Adl della polizia stradale aveva arrestato il suo body guard: era a bordo di una Mercedes S350d con targa svizzera, con l’artista e altri tre amici. Il ventottenne era sul sedile centrale posteriore e nel portaoggetti alla sua schiena c’era una Beretta 7,65 con la matricola abrasa e otto proiettili, di cui uno in canna.
L’articolo completo sulla Prealpina di domenica 21 giugno, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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