LA FESTA
Taglioretti, il film è come un gol
Presentato il cortometraggio sul recordman di presenze con la maglia della Pro Patria
Emozioni a forti tinte biancoblù per la proiezione di “389 volte Pippo”, il cortometraggio del videomaker fagnanese Filippo D’Angelo sulla vita e la carriera di Giuseppe “Pippo” Taglioretti, recordman di presenze con la maglia della Pro Patria (389, appunto).
Organizzata dal Panathlon Club “La Malpensa” del presidente Giovanni Castiglioni, la serata di ieri, mercoledì 18 ottobre, è decisamente riuscita, tra ricordi, testimonianze e un filo biancoblù che collega passato, presente e futuro.
Il film di D’Angelo ha emozionato la platea del Teatro Lux di Sacconago. E alla proiezione erano presenti davvero tutte le componenti dell’universo tigrotto: la squadra (con mister Riccardo Colombo, di Bergoro come Taglioretti), la presidente Patrizia Testa, il direttore sportivo Sandro Turotti, i rappresentanti del tifo organizzato, l’amministrazione comunale bustocca col sindaco Emanuele Antonelli, l’assessore allo Sport Maurizio Artusa, i consiglieri comunali di provata fede biancoblù Gigi Farioli e Orazio Tallarida. E ancora l’assessore allo Sport di Fagnano Dario Moretti, l’ex responsabile della comunicazione biancoblù Nicolò Ramella, tornato a Busto per l’occasione, e colei che ne ha preso il posto, la bustocca Martina Crosta.
Tra tanti ricordi toccanti, la frase che sintetizza al meglio il senso della serata porta la firma di Ottavio Tognola, giornalista e grande amico di Taglioretti: «Stasera stiamo giocando tutti insieme la 390esima partita di Pippo». Chapeau.
Il pregevole film di D’Angelo (con la colonna sonora della band varesina L’Avversario) ha fornito anche tanti spunti di riflessione sul calcio di ieri e di oggi. Un calcio sicuramente diverso («Su 15 giocatori, 12 avevano un lavoro oltre al calcio» ha ricordato Taglioretti nel cortometraggio), decisamente più ruspante, ma in fondo animato dalle stesse, eterne dinamiche dei giochi di squadra, ieri come oggi. Certo fa una certa impressione vedere i campi di allora («Ma oggi ce ne sono alcuni non molto diversi» ha fatto notare, scherzando ma non troppo, il d.s. Turotti), gli spostamenti in treno dei calciatori (anche in Serie A), lo “Speroni” traboccante di tifosi. Sarebbe bello rivedere così pieno lo stadio di Busto, rinverdendo i fasti di una storia che Filippo D’Angelo ha mirabilmente saputo raccontare, unendo passato e presente, memoria e futuro, Busto Arsizio e la Valle Olona.
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