Auto
Tesla, primo morto solleva dubbi su auto con pilota automatico
Potrebbe rallentare lo sviluppo dei veicoli senza conducente

New York, 1 lug. (askanews) - Joshua D. Brown stava guardando
Harry Potter a bordo della sua Tesla Model S, mentre la guida
dell'auto elettrica era affidata al pilota automatico. Poco dopo,
il 7 maggio scorso, il suo veicolo si è schiantato contro il
rimorchio di un camion che viaggiava sulla stessa autostrada, in
Florida. Né il software né il conducente sono riusciti a frenare
in tempo. L'uomo è morto sul colpo e la National Highway Traffic
Safety Administration, l'agenzia che si occupa della sicurezza
stradale negli Stati Uniti, ha aperto una inchiesta che potrebbe
rallentare (se non fermare) lo sviluppo dei veicoli autonomi, un
settore in crescita e sul quale i grandi gruppi tech e quelli
automobilistici stanno investendo milioni di dollari.
Il pilota automatico che stava guidando l'auto di Brown in realtà
è un software semiautonomo. Permette di impostare una velocità su
un tratto di strada, è in grado di guidare rilevando le curve e i
movimenti delle altre auto. Brown era un entusiasta di questa
tecnologia e su YouTube aveva pubblicato diversi video, filmati
mentre era inserito il software. Come scrive The Verge, un
filmato visto da più di due milioni di persone, mostra come il
programma per la guida senza conducente abbia salvato la vita
all'uomo, schivando un'auto in entrata nella corsia sulla quale
viaggiava.
Ma in queste ore stanno emergendo
anche altri dettagli sulla vicenda. Il camionista coinvolto
nell'incidente sostiene che l'auto di Brown stesse viaggiando ad
alta velocità. "Non l'ho neppure vista arrivare", ha detto Frank
Baressi in una intervista a un quotidiano locale della Florida,
sostenendo di aver sentito il monitor dell'auto che continuava a
trasmettere il film anche dopo lo schianto. Una notizia smentita
da Tesla. In una nota il gruppo californiano sostiene che su
Model S non è possibile vedere film sullo schermo al lato del
conducente. Inoltre nel comunicato stampa Tesla ha aggiunto che
si tratta del primo incidente in 200 milioni di chilometri
percorsi con il pilota automatico.
Il Wall Street Journal aggiunge un altro tassello alla vicenda
ricordando come per Tesla - e per il suo amministratore
delegato, Elon Musk - il mese di giugno sia stato molto
difficile. In borsa infatti il gruppo ha perso oltre il 12% del
suo valore, sia per la decisione di acquistare SolarCity (gruppo
che produce pannelli solari di proprietà di Musk), sia per la
notizia dell'apertura di una inchiesta sull'incidente mortale di
maggio.
Oltre a tutto questo l'indagine
mette sotto pressione l'intero mercato dei veicoli senza
conducente, che nei prossimi anni dovrebbe diventare il settore
più redditizio. Il quesito principale è di natura etica: quanto
le auto senza conducente sono in grado di diminuire gli incidenti
e dunque salvare vite?
Di recente una ricerca franco-americana pubblicata da Science
pone un paradosso con il quale i governi dovranno confrontarsi:
anche se i veicoli autonomi diminuiranno il traffico e gli
incidenti, potrebbero essere programmati per prevenire la morte
del maggior numero di persone possibile. E così, se necessario,
decidere di sacrificare uno o più passeggeri per salvare, per
esempio, diversi pedoni.
La ricerca condotta dalla Toulouse School of Economics insieme al
MIT di Boston e alla University of Oregon, sostiene infine che
anche se la maggior parte delle persone credono sia giusto che il
software decida di uccidere i passeggeri in casi estremi, non
vorrebbero acquistare un'auto che è programmata per far loro del
male.
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