SCUOLA
Ultima campanella, l'abbraccio al Ponti
All'istituto di Gallarate festa per il pensionamento di professori e collaboratori

«I santi patroni del Ponti». Li ha chiamati così stamattina il dirigente Massimo Angeloni. Festa grande in via Stelvio, a Gallarate, per i prof della scuola superiore che quest’anno compie 150 anni, che vanno in pensione e dal prossimo settembre non saranno più dietro la cattedra in piazza Giovine Italia, nella sede centrale ai Ronchi o in quella distaccata a Somma Lombardo. Abbracci e lacrime per un pezzo di scuola che saluta. Momento del distacco anche per Maurizio Stumpo, braccio destro del dirigente Angeloni e figura storica di piazza Giovine Italia: «Vogliate bene a questa scuola», il suo messaggio ai colleghi.
Dieci in tutto le persone che hanno fatto la storia del Ponti che a settembre non saranno più tra i banchi. Oltre a Stumpo, anche Lucia Ambrosini, Alberto Del Vitto, Francesco Tornese (già reclutato per continuare a prendersi cura dell’ulivo della scuola del centro), Mariagrazia Zambon, Marina Introini, Battista Mora («Senza di lui il collegio docenti durerà pochissimo», ha scherzato il dirigente Angeloni) e poi gli assistenti Rosario Di Franco e Domenico Frascella, oltre che la collaboratrice Mafalda Glielmi. «Questa scuola – ha detto Ambrosini, storica prof di inglese di quello che una volta era l’Ipsia – mi ha stregato. Sono arrivata nel 1995 dicendo a me stessa: “Devi resistere solo un anno, poi te ne vai”. Invece mi sono innamorata di questa scuola e non ho mai pensato di andarmene».
Evidente l’emozione per il vicepreside che da settembre potrà dedicarsi a pieno alla sua passione di allenatore di calcio alla San Paolo dello Sciarè. Maurizietto – come lo chiamano tutti da quando è arrivato poco più che ventenne al Ponti per insegnare nel laboratorio di elettrotecnica – non riusciva a star fermo durante la cerimonia di commiato. «Come sapete alleno, l’altra sera a Castronno abbiamo perso, ma alla fine della partita si è avvicinato a me un uomo di due metri e mi ha detto: “Prof, lei mi ha salvato la vita”. Ecco, credo di aver detto tutto», le parole commosse di uno che per i ragazzi ha messo tutto se stesso per una vita.
«Una vocazione, perché questo lavoro è una vocazione, non diventi solo una professione», l’invito rivolto dal prof Mora ai colleghi più giovani.
«Queste persone sono state dei fari», ha sottolineato il dirigente Angeloni. E nei giorni scorsi il Ponti di faro indiscusso ne aveva già celebrato un altro, ovvero il preside Luigi Zanotta. A lui, per vent’anni alla guida dell’istituto fino al 2002, nell’ambito dei festeggiamenti per i 150 anni della scuola superiore è stata intitolata l’aula magna del plesso di piazza Giovine Italia.
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