L’ECCEZIONE
Duno, il paese Covid free
Nel borgo in quota nessun contagio mentre in Valcuvia arriva l’onda pandemica
Cinquecento metri di altitudine, centotrenta abitanti, due chiese e un pugno di case tuffate in un mare di boschi: ecco uno dei pochissimi paesi della provincia di Varese (unico in Valcuvia) Covid free. Nessun residente di Duno risulta infatti positivo al Coronavirus e non è la prima volta: era già accaduto la primavera scorsa.
Solo che allora tutta la valle era stata contagiata in modo occasionale, con pochi casi segnalati qua e là, mentre ora l’ondata pandemica fa registrare anche in Valcuvia numeri preoccupanti.
Qualche dato aggiornato allo scorso fine settimana e, quindi, suscettibile di ulteriori incrementi: Cuveglio (il Comune più vicino a Duno, appena tre chilometri) 49 abitanti con tampone positivo, Cuvio e Brenta 26, Orino 19, Cassano 13. E poi c’è il caso-Cittiglio che ha toccato quota 60.
«Non so se definirci fortunati o virtuosi - afferma Marco Dolce, da un anno e mezzo primo cittadino del più piccolo Comune del Varesotto - ma incrocio le dita e spero che vada come la volta scorsa. Il virus sembra voler passare lungo il fondovalle e risparmiarci».
L’immagine richiama quella di tanti paesi che nel Medioevo si arroccarono sopra un qualunque promontorio per sfuggire a peste, malaria e scorribande varie.
Qui l’inquinamento atmosferico è ridotto al lumicino, l’aria è fine e il silenzio domina sovrano.
Un isolamento geografico che evidentemente paga in termini di qualità della vita e che sotto sotto conferma pure il no alla fusione con Cuveglio decretata dal referendum popolare del luglio di due anni fa: chi fa da sè...
Eppure un problema esiste anche qui e, anzi, rappresenta l’altra faccia della medaglia appena descritta.
«Durante il primo lockdown dovetti chiamare la forza pubblica per indurre chi saliva dalla valle a non venire in paese - ricorda il sindaco - e non vorrei che ricapitasse. In giro si possono trovare ancora funghi e castagne, motivi sufficienti per attirare gente. Non si tratta di essere drastici e di fare cassa, come si dice, elevando multe, ma di far capire che è il momento di usare la testa. Ci sono norme precise che vanno rispettate. Il pendolarismo lavorativo basta per non farci dormire, nonostante tutto, sonni tranquilli».
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