IL FENOMENO
Avance, fischi: donne nel mirino
Ricerca degli studenti liceali sul “catcalling” in città. E una proposta di legge
Commenti indesiderati, derisori, gesti, fischi, avance sessuali. Sono le “molestie di strada”, quelle che in inglese si definiscono catcalling e che si verificano con sempre maggiore frequenza anche a Varese.
Ad accendere i riflettori sul fenomeno è l’associazione studentesca Carpe Somnium, nata nel 2017 grazie a una ventina di studenti del liceo classico “Cairoli”, che hanno deciso di riunirsi periodicamente, in maniera autonoma, per discutere di politica, attualità e diritti tra coetanei.
Perché, spiega la diciottenne Maddalena Franco, «abbiamo tutti subito questo fenomeno, e siamo stati costretti ad accettare commenti indesiderati a sfondo sessuale da sconosciuti, senza poter intervenire. Per questo abbiamo deciso di fare un’inchiesta anche sul nostro territorio, intervistando persone di ogni età, per sapere se fossero a conoscenza del problema o l’avessero in qualche modo subito».
Il risultato? Dal sondaggio emerge che, dal campione analizzato, il 90% delle donne varesine ha dichiarato di averlo subito e mai praticato, mentre per gli uomini il risultato inverte specularmente la prospettiva, evidenziando come la maggior parte lo pratichi e non lo subisca, mentre ne sono maggiormente vittime le persone con orientamento non eterosessuale.
Insomma anche a Varese, per strada, sul pullman, alla stazione o al bar, si fa “catcalling”, e non c’è legge o sanzione capace di intervenire per arginare il fenomeno.
Da qui l’idea, spiega la studentessa, di lanciare sui social una petizione per chiedere al Parlamento italiano di «portare giustizia alle donne e agli uomini che subiscono molestie verbali ingiustificate».
L’associazione studentesca, presieduta da Roberta Varani, è intervenuta alla prima giornata delle associazioni giovanili di Varese, promossa dalla Consulta Giovanile , proprio per concentrarsi su questo fenomeno, detto anche street harassment, che, secondo la più recente indagine Istat, in Italia colpisce il 43,6% delle donne e il 18,8% degli uomini. Con molestie che potremmo anche a breve vedere messe “nero su bianco”, grazie all’iniziativa, annunciata dalla Franco e già sperimentata in altre città, di scrivere con gessi colorati, sull’asfalto, frasi e citazioni delle molestie verbali, a sfondo sessista.
Una proposta che è già stata “sperimentata” da alcuni gruppi studenteschi di Torino e Roma e che ha l’obiettivo «da un lato di far sentire le vittime meno sole, dando loro uno spazio in cui esprimersi, dall’altro di portare consapevolezza a chi non conosce o non si accorge delle pericolose ripercussioni del fenomeno, che potrebbe tradursi in violenza».
Perché, lo ricordiamo, dalla semplice “avance” alla molestia il confine è davvero sottile, in assenza di consenso.
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