DENTRO LA SERIE A
Budget misurato e scommesse da vincere
Aumentata la concorrenza alle spalle delle big, ma il mix di esperienza e gioventù della nuova Openjobmetis appare intrigante

L’Openjobmetis affronta con le solite armi del sistema Caja un campionato 2019/20 in modalità grandi firme. Dove potrà arrivare Varese a confronto dei quasi 30 milioni di euro (tra ingaggi e transazioni) della Milano dell’era Messina, e degli oltre 10 - si dice 14 - della Bologna in salsa serba con Djordjevic che ha convinto prima Teodosic e poi Markovic per un progetto che vuole arrivare in Eurolega?
Gli investimenti di Varese restano nella seconda metà dei monte stipendi di una serie A che col ritorno delle nobili decadute Treviso, Fortitudo Bologna e Roma alza il livello di competizione per quell’area di classifica dal settimo al decimo posto che rappresenta il famoso massimo relativo indicato da Artiglio.
Primo non soffrire, obbligo assoluto per un club che nell’ultima stagione pre-Caja aveva sfiorato il milione di euro di monte stipendi, dovendo però mettere mano al portafogli per correggere ed evitare guai in chiave salvezza: Varese non ha un proprietario-Pantalone che ci mette del proprio per rimediare ad eventuali errori di mercato, anche per questo l’usato sicuro è una scelta obbligata. Però i soldi sono imprescindibili per convincere certi profili, ma fino a prova contraria non fanno canestro: se Milano e Bologna sono fuori portata (eppure l’assortimento degli stranieri della Virtus...) resta tale anche Venezia campione in carica, mentre la Sassari all’europea – tra italiani e slavi – è perfetta per le idee di Pozzecco (che nei tre anni fuori dalla A si è sempre autoaccusato di aver scelto troppi americani per la sua OJM 2014/15).
Davanti a Varese, almeno sulla carta, partono però almeno altre tre squadre: Brescia ha uno zoccolo duro di veterani che dovrà miscelare con gli stranieri esotici scelti dallo specialista Esposito, Trento ha cambiato pelle dopo 9 anni con Buscaglia cercando elementi di talento come Blackmon e King, Reggio Emilia deve completarsi con due elementi del quintetto ma riparte per cancellare l’amarezza del 2018/19 con le certezze Poeta, Johnson Odom e Fontecchio.
Poi c’è Cremona, la rivelazione assoluta del 2018/19 che ha cambiato tutto sommato meno del previsto sulla base dell’identità di Meo Sacchetti, ed anche Brindisi, che ha perso Moraschini ma tenuto Banks e Brown e rilanciato Martin, in attesa del pivot titolare.
E infine le tre matricole, con Treviso in caccia del play a dare l’innesco al sistema mentre Fortitudo Bologna - con Stipcevic e Leunen - e Virtus Roma - con Dyson e Jefferson - hanno scelto certezze diverse ma analogamente solide.
Insomma è aumentata la concorrenza per provare ad intrufolarsi alle spalle delle big nella bagarre per i 2-3 posti vacanti nel tabellone playoff dietro quelli prenotati in partenza da chi investe 2, 3 o 6-7 volte più della fascia media, quella da 4 milioni di euro di budget e 8-900mila euro di monte stipendi, suppergiù quella dell’OJM.
Però, anche senza nomi che rubano l’occhio al tifoso medio, la Varese costruita nell’estate 2019 dalla troika Bulgheroni, Conti e Caja sembra possedere le carte in regola per togliersi soddisfazioni. Chiaro che dovrà vincere le scommesse Peak, Simmons e Green, ma il mix complessivo - per esperienza, sintassi cestistica, compatibilità nel sistema - pare decisamente intrigante.
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