IN TRIBUNALE
Varese, debutta la riforma penale
Prime sentenze del gup Battarino e due assoluzioni. E la penna viene sostituita dal computer
Ore 9.15, palazzo di giustizia di Varese. La riforma Cartabia del processo penale debutta con 15 procedimenti, in aula C, dinanzi al gup Giuseppe Battarino. E già nel primo dei 15 la riforma trova applicazione: assolta, direttamente in preliminare, sui nuovi presupposti del non luogo a procedere - «gli elementi acquisiti non consentono una ragionevole previsione di condanna» - una donna accusata di aver falsificato la documentazione per ottenere il reddito di cittadinanza. Il giudice Battarino rileva la mancanza di dolo dell’imputata (un errore, non una truffa, il suo) ed esprime una valutazione di merito; il caso si chiude qui.
Ma una novità, legata alla riforma, entra in gioco anche nella dinamica dell’udienza: ecco il verbale informatico. Forse non tutti sanno che fino a questa mattina, tutto ciò che andava verbalizzato, veniva trascritto a mano. Ora, la penna viene sostituita dal computer e il “fascicolo” diventa un file, con i vantaggi immaginabili in termini di velocità di consultazione, trasmissione, archiviazione. L’unico neo, se così si può chiamare, è il fatto che manca ancora il decreto sulle modalità di archiviazione. Ma è un dettaglio rispetto alla portata dell’innovazione.
Il giudice Battarino, nella giornata, oggi, mercoledì 4 gennaio, di debutto della riforma Cartabia in piazza Cacciatori delle Alpi, era affiancato dall’addetto all’ufficio del processo, Giulia Brugnerotto. A rappresentare la pubblica accusa, Giulia Floris.
La riforma ha trovato poi un’altra applicazione - articolo 420 quater del codice di procedura penale - nel caso di un imputato cosiddetto invisibile, ovvero di cui si sono perse le tracce e non perché il diretto interessato si sia reso latitante, temendo magari il peggio. Nei suoi confronti è stata così pronunciata sentenza di non luogo a procedere, che potrà essere sospesa e quindi riaperto tutto qualora l’assente riemerga, venga rintracciato. È bene ribadire che tale pronunciamento vale per l’imputato che non è a conoscenza del processo pendente a suo carico. Il caso di oggi, a Varese, ha riguardato un uomo accusato con altri quattro di bancarotta. E la sua situazione teneva in “scacco” il prosieguo del processo nei confronti degli altri imputati.
Infine, un altro “capitolo” della riforma che avrebbe potuto trovare già oggi, a Varese, concreta applicazione ma non è stato possibile, è quello che riguarda le pene sostitutive alla detenzione, ammissibili a certe condizioni. È una novità davvero rilevante perché pone il carcere (non per le condanne pesanti) quasi in “subordine” appunto ad altri modi di espiare la pena. E la riforma Cartabia ha attribuito direttamente al Gup questo potere di decretare la pena sostitutiva, accelerando così la macchina della giustizia. Ma il debutto della prima sentenza in tal senso è rinviato. Il motivo? Per decidere, i presupposti sono la presenza dell’imputato, che dà l’assenso, o la procura speciale da parte del suo legale. Non c’erano stamattina per i procedimenti interessati. Questa parte del nuovo corso slitta dunque alla prossima giornata di udienze.
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