IN UDIENZA
Si fa pagare ed esercita come avvocato. Ma non lo è
Senza alcuna abilitazione, un 47enne aveva studi a Porto Ceresio, Lavena Ponte Tresa e Milano. L’Ordine chiede i danni
L’Ordine degli avvocati di Varese chiede i danni al finto legale per il quale la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio con le accuse di truffa, esercizio abusivo della professione e falsità materiale commessa dal privato.
Il 47enne, originario della Sicilia, aveva infatti studi a Porto Ceresio, Lavena Ponte Tresa e Milano, senza avere l’abilitazione a indossare la toga. E così, facendo credere ai clienti di essere un avvocato in piena regola, si sarebbe fatto pagare per assisterli in svariate pratiche, dalla richiesta di cittadinanza italiana al recupero crediti. Pagamenti effettuati a volte tramite ricariche di una carta Postepay, a fronte dei quali in alcuni casi non avrebbe effettuato alcuna prestazione.
La costituzione di parte civile nel processo è stata ammessa ieri, martedì 20 febbraio, dal gup Alessandro Chionna nel corso dell’udienza preliminare; la discussione della richiesta di rinvio a giudizio è in programma a ottobre.
L’Ordine, rappresentato dall’avvocato Fabio Margarini, lamenta sia un danno di immagine all’intera categoria, sia un danno patrimoniale, poiché lo studio abusivo avrebbe comunque portato via potenziali clienti ai professionisti regolari. L’eventuale risarcimento stabilito in caso di condanna sarà devoluto in beneficenza o utilizzato per iniziative a tutela della professione forense.
Dei clienti rimasti con un pugno di mosche in mano (una quindicina le parti offese), invece, nessuno si è costituito allo scopo di ottenere un indennizzo. Qualcuno in un primo tempo si era rivolto all’avvocato Alan Breda, ma alla fine tutti devono aver pensato che, a fronte dell’esiguità delle somme versate (da 500 a 900 euro a seconda dei casi), non valesse la pena intraprendere un procedimento penale i cui tempi di definizione sono sempre un’incognita.
Al 47enne, difeso dall’avvocato Marco Mainetti, viene contestata una serie di episodi che vanno dal 2017 al 2022. Senza averne titolo, avrebbe svolto principalmente attività stragiudiziale - per contenziosi legali di vario genere, dalle cause con l’Inps alle separazioni, alla consulenza per gli incidenti stradali - ma in alcuni casi avrebbe chiesto la parcella per presentare ricorsi al Tar o istanze di mediazione. E per far credere di aver svolto il proprio compito, avrebbe anche falsificato diversi atti, come ordinanze del Tribunale o documenti del Ministero dell’Interno.
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