LE PRIME ADESIONI
Individuati due Covid Hotel
Sono strutture presenti a Induno Olona e Gallarate. E sul caso “La Quiete” Ats smentisce Galimberti
Prime due alberghi individuati da destinare come Covid Hotel. Ats Insubria ha trovato due strutture ricettive immediatamente fruibili per ospitare persone autosufficienti, asintomatiche o paucisintomatiche positive e contatti stretti di caso accertato che necessitano di soluzioni di accoglienza atte alla corretta gestione dell’isolamento, in quanto privi di soluzioni abitative idonee.
Gli alberghi sono stati scelti tenendo conto del fatto che fossero già operativi e secondo il criterio di territorialità. Una struttura è presente sul territorio del distretto Sette Laghi, mentre la seconda ricade nella competenza di Asst Valle Olona. Si tratta, nel primo caso, di Villa Porro Pirelli a Induno Olona, la quale dispone di 64 posti. A Gallarate invece la seconda struttura, il Jet Hotel, mette a disposizione 40 posti
L’Ats ha effettuato il sopralluogo nei due alberghi verificandone l’idoneità dal punto di vista tecnico, strutturale ed impiantistico. Le due strutture sono in grado di attivare da subito il servizio e pertanto nelle prossime ore saranno sottoscritte le relative convenzioni.
Al fine di rendere operativo il servizio per l’invio dei cittadini positivi nei Covid hotel, è stata predisposta una procedura che è stata condivisa con il consiglio di rappresentanza dei Sindaci ed è stata trasmessa a tutti i Comuni.
Il caso “La Quiete”
Con riguardo alle notizie apparse in questi giorni sulla stampa in merito alla disponibilità dell’ex clinica La Quiete quale Covid Hotel, ATS Insubria precisa in una nota che, ad oggi, la struttura non ha presentato alcuna candidatura alla manifestazione di interesse proposta dall’Agenzia e attuata nel rispetto delle norme e delle procedure legali prescritte.
«Si evidenzia, per completezza, d’informazione - continua la nota - che l’attività de La Quiete è cessata da diversi anni ed è oggetto di procedura fallimentare con conseguente alienazione delle proprietà immobiliari a favore di una società privata. Pertanto, tali beni non risultano nella disponibilità del Comune di Varese ed un eventuale utilizzo di tale struttura non può prescindere dal coinvolgimento del titolare dell’immobile. Qualora venisse presentata istanza, ATS Insubria avvierebbe i procedimenti di verifica e valutazione dell’idoneità secondo i criteri previsti dal bando, al pari di quanto già effettuato per le altre strutture candidatesi».
Ats Insubria riconosce una diaria giornaliera per ospite, rendendo i costi per la pubblica amministrazione proporzionali alle necessità e offrendo immediatamente disponibilità di posti letto per i degenti.
«L’ipotesi di ripristinare l’operatività dell’ex clinica con il coinvolgimento dell’Agenzia - fanno notare da Ats - non troverebbe fondamento giuridico ed economico, per giustificare gli ingenti investimenti finanziari e i lunghi tempi di attivazione. Di tale posizione, il sindaco Galimberti è stato informato da tempo, senza che dal medesimo fossero sollevate contestazioni».
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