IN PIAZZA
Varese, la protesta del »Frattini»
Gli studenti del liceo artistico denunciano infiltrazioni d’acqua, mancanza di sicurezza e basse temperature nelle aule. Ma la preside nega

Sono almeno 150 gli studenti del liceo artistico Frattini che stanno manifestando in queste ore davanti al palazzetto dello sport di Masnago. Una protesta colorata e composta, con slogan e cartelloni.
LA POSIZIONE DEGLI STUDENTI
«Una misura estrema a cui non saremmo mai voluti arrivare - precisano gli studenti - ma a cui siamo costretti a fare ricorso per portare l’attenzione sui problemi della nostra scuola, nella speranza di trovare delle soluzioni».
I rappresentanti vorrebbero essere maggiormente coinvolti in alcune scelte che riguardano la scuola, come ad esempio l’orario delle lezioni. Domani, infatti, si riunirà il Consiglio di istituto per decidere se adottare le ore di 50 o di 60 minuti, terminando le lezioni nel primo caso alle 13, nel secondo alle 14.
«In tutta la provincia ci sono solo due licei artistici statali, che richiamano studenti da un bacino molto ampio - dicono i manifestanti - Per molti di noi terminare alle 14 significherebbe rincasare dopo le 16 per l’assenza di mezzi pubblici. È una decisione che ci cambia la vita, ma non siamo mai stati interpellati al riguardo».
La protesta - che ha coinvolto secondo gli organizzatori almeno la metà dell’istituto (chi non ha manifestato non è andato comunque a scuola) - vorrebbe essere propositiva: «Se siamo qui oggi è perché manca la comunicazione, cosa che snatura l’identità del nostro liceo, da sempre caratterizzato dalla collaborazione. La stessa arte nasce dal dialogo. Senza dialogo la nostra scuola non esiste più. Vogliamo che le cose cambino».
I motivi non sono noti, ma tra lo scorso anno scolastico e questo, 10 docenti e 19 dipendenti statali (tra personale Ata e amministrativi) avrebbero chiesto e in molti casi ottenuto il trasferimento in altre scuole. «Se ne sono andati anche professori che insegnavano al Frattini da 30 anni» precisano gli studenti, che vogliono anche sottolineare il cattivo stato dell’edificio, dove ci sono infiltrazioni, cavi scoperti, secchi nei corridoi per raccogliere l’acqua quando piove e dove in alcuni punti mancano i pannelli dei controsoffitti. Al piano meno uno, dove ci sono le aule di scenografia, il termometro non sale mai oltre i 14,7 gradi. Spesso gli studenti hanno le mani così fredde da non riuscire a disegnare. Alcuni si portano le coperte da casa. «Stiamo aspettando da anni una fantomatica riqualificazione della scuola, ma il momento non arriva mai. Abbiamo spedito una lettera alla Provincia, proprietaria dell’edificio, per chiedere di intervenire» continuano gli studenti, che fanno anche notare di avere bisogno di più spazio. Spazio che ci sarebbe anche, salvo poi essere dato in utilizzo ad altre scuole, come al liceo scientifico Ferraris, «dove probabilmente le cose funzionano meglio che da noi».
«Perché non possiamo avere una bella scuola come ce ne sono tante a Varese? - si domandano gli studenti - Perché proprio nel nostro istituto non sono ancora stati ripristinati i distributori di bottiglie di acqua? Dai nostri rubinetti esce marrone, piena di ruggine. Perché non riusciamo a organizzare gli intervalli a turni, in giardino, come fa il liceo Cairoli?».
La risposta per gli studenti è una sola: «Perché manca la comunicazione e la condivisione con la dirigente dell’istituto». Durante la mattinata una delegazione di studenti sarà ricevuta dalla preside. «Ma questa volta non ci accontenteremo di parole, vogliamo i fatti» concludono i manifestanti.
LA RISPOSTA DELLA PRESIDENZA
La preside del liceo artistico Frattini Anna Pontiggia e la vice preside Tina Forza sono rimaste molto deluse dalle motivazioni della protesta organizzata dagli studenti, che riporta «informazioni false e pretestuose» e lascia strada all’ipotesi che gli studenti «possano essere stati strumentalizzati».
La preside, infatti, afferma che ha sempre detto agli studenti di «rivolgersi a lei per qualsiasi problema».
Entrambe, preside e vice preside, sono entrate nella scuola nell’anno scolastico 2019-2020, hanno dovuto affrontare la pandemia, e hanno a cuore la scuola, tanto da «Sacrificare per i ragazzi tantissimo tempo, togliendolo alla vita personale e alla famiglia».
Il primo punto che le dirigenti sottolineano è che «La comunicazione all’interno della scuola c’è, negarlo è un falso». Tanto è vero che durante la mattinata di oggi, proprio per ascoltare i ragazzi, la preside ha dovuto lasciare un incontro importante relativo a come organizzare le aule da lunedì (quando la campanella suonerà alle 8) in poi. La scuola, inoltre, ha fatto molti sforzi per migliorare le comunicazioni, implementando il registro elettronico, il libretto web e le circolari elettroniche.
Sul fatto che alcuni degli insegnanti storici siano andati via, i numeri che non rispecchiano il vero. Il fenomeno, afferma la preside, «è da mettere in relazione soprattutto ai pensionamenti», quindi non a un clima di scarsa collaborazione. Nello specifico: per quanto riguarda il corpo docente, 7-8 professori in servizio da tanti anni sono andati in pensione. Altri, per motivi che la scuola non è tenuta a sapere, hanno chiesto il trasferimento in altre regioni (uno in Sicilia e uno in Puglia), un docente ha chiesto il trasferimento a Tradate e solo uno all’interno del Comune. Per quanto riguarda la segreteria, una sola persona ha chiesto il trasferimento sul territorio. Ci sono stati poi diversi pensionamenti anche tra il personale Ata (i numeri non ci sono, ma la scuola è disposta a fornirli senza problemi). La preside chiarisce: «Nessun docente dell’artistico è risultato perdente posto».
Circa la durata delle lezioni, la preside anticipa: «Non è possibile avere ore di 50 minuti e non è un punto all’ordine del giorno del Consiglio di istituto di domani. Il monte ore deve essere rispettato come del resto fanno tutte le scuole che hanno 34-35 ore». Inoltre: «La scuola non ha la mensa, cosa che rende difficile pensare di organizzare le lezioni al pomeriggio. Abbiamo davanti la stagione invernale, gli studenti finirebbero per pranzare sotto i portici o sui gradoni del palazzetto. Ma per le situazioni problematiche non ci sarà un muro: si potranno concedere uscite anticipate».
Per quanto riguarda i problemi strutturali della scuola, la vice Tina Forza afferma di aver fatto lezione lo scorso anno al piano meno uno e di non aver mai avuto bisogno di una coperta: «Ma io mi copro, invece ho visto anche oggi studentesse in giro con la pancia scoperta. Gli studenti non possono pensare di avere 40 gradi in classe per venire in bikini. Quando ci sono state le piogge torrenziali abbiamo avuto una perdita di acqua dal soffitto prontamente segnalata alla Provincia. Gli studenti hanno la pretesa che ogni comunicazione che fa la dirigenza debba essere condivisa con loro. Ma non è così che funziona. Ognuno deve agire in base al suo ruolo».
La cosa più importante, però, ed entrambi le dirigenti tengono a sottolinearlo, è che «il liceo artistico Frattini è una scuola che continua a crescere e che è molto richiesta: quest’anno scolastico è partito con una classe prima in più rispetto a quello passato. A tante persone abbiamo dovuto dire di no, con molto dispiacere».
Da ricordare che nel mese scorso una protesta a carattere nazionale degli studenti aveva posto l’accento sulle condizioni precarie della scuola pubblica.
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