LA MINACCIA
“Marines” contro i cinghiali
La Regione: sì alla caccia con visori notturni. Passaggi protetti per altre specie selvatiche
Immobili nell’oscurità del bosco, il visore notturno calato sugli occhi, il fucile puntato, pronto a fare fuoco. Scene da corpi speciali della marina degli Stati Uniti, traslate sulla montagna varesina dalla nuova offensiva che la Regione Lombardia ha lanciato contro il pericolo pubblico numero uno dell’ecosistema prealpino: il cinghiale.
Troppi esemplari in libertà, troppe devastazioni, troppe incursioni fin dentro i centri abitati, troppi incidenti lungo le strade. Poco efficaci, fino a ora, le campagne di contenimento, le “braccate” di selezione, gli appostamenti sulle altane, le trappole, le gabbie, i recinti.
E così, due giorni fa, l’assemblea legislativa di Palazzo Pirelli ha deciso di alzare il tiro sugli ungulati e ha approvato un articolo della legge di revisione normativa ordinamentale - il numero otto - con cui è stato stabilito che “per l’esercizio della caccia di selezione al cinghiale è consentito anche l’uso di dispositivi per la visione notturna”. Di più: la stessa norma estende la possibilità di abbattimenti selettivi all’intero arco dell’anno e non più solo nel tempo delle stagioni venatorie.
«Guerra totale ai cinghiali - ha scandito il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi -. A mali estremi, estremi rimedi. Servono misure drastiche per fronteggiare un’emergenza che sta causando danni ingenti agli agricoltori e costituisce anche una minaccia per l’incolumità delle persone».
Guardie ecologiche e cacciatori abilitati al contenimento della specie potranno agire su tutti i fronti: dalle battute collettive (le cosiddette “braccate”), agli appostamenti di coppia prima e dopo il tramonto, con il supporto di visori a infrarossi.
Giuseppe Barra, presidente del Parco del Campo dei Fiori, è cauto: «Nessuno pensi a combattimenti ingaggiati nella zona faunistica protetta. I cacciatori sono esperti, hanno una preparazione specifica e la loro attività è regolata da norme che sono sempre state rispettate».
Lo scorso anno all’interno del perimetro del parco gli abbattimenti sono stati 232, meno della metà dei quali nella zona “naturale”, la più delicata e protetta. Un numero che potrebbe aumentare per effetto dell’estensione della possibilità di appostamenti nell’Alto Varesotto come nel parco Pineta, nel parco del Ticino o nel parco Spina Verde sopra San Fermo della Battaglia. «Tuttavia - avverte ancora Barra - sarà sempre un’attività programmata, pianificata e selettiva».
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