MALTRATTAMENTI
Picchia la moglie e l’obbliga a ripulire
Minacce di morte e setto nasale fratturato, poi le fa lavare i pavimenti dal sangue
Al culmine di una lite, le ha sferrato pugni e morsi, per poi spingerla contro il muro e minacciarla di morte. È questo l’incubo vissuto da una donna alcuni giorni fa nei dintorni di Varese e che si è concluso con l’applicazione della sorveglianza speciale nei confronti di uomo accusato di violenza, l’ennesimo episodio di maltrattamenti in famiglia che finisce sulle pagine dei giornali.
In base a quanto emerso, la vittima, che nell’aggressione aveva subito la frattura del setto nasale, era stata costretta dal suo aguzzino a pulire il pavimento dalle macchie di sangue. Si tratta di uno degli ultimi casi di violenza domestica affrontati dai poliziotti della Divisione anticrimine della Questura, guidata dal dirigente Angela De Santis. Da gennaio a oggi, sono stati emessi 17 provvedimenti di ammonimento del questore, 12 dei quali per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia.
Nell’illustrare questi dati, dagli uffici di piazza Libertà hanno presentato anche un nuovo strumento specifico per cercare di arginare questo vero e proprio dramma che spesso si consuma fra le mura domestiche, ma non solo. Per fare in modo che certi comportamenti non si ripetano mai più, magari in altre circostanze e con altre vittime, è infatti necessario intervenire anche su chi quelle violenze le ha compiute. E proprio per questo motivo la Divisione anticrimine ha sottoscritto un protocollo con la cooperativa sociale “Dorian Gray onlus”, che già collabora con le Procure di Varese e Busto Arsizio. Si tratta di «un valido supporto per il recupero dei responsabili di violenze e stalking», spiegano dagli uffici di piazza Libertà: «Psicologi appositamente formati nel settore si occuperanno della delicata attività di recupero dei soggetti maltrattanti, in particolare dei destinatari di provvedimenti di ammonimento del questore perché autori di atti persecutori o violenza domestica. Per costoro è previsto dunque un percorso psicologico riabilitativo, facoltativo ma assolutamente raccomandabile».
Chi deciderà di partecipare ai programmi, dunque, «avrà la possibilità di comprendere la gravità delle sue azioni arrivando a raggiungere la consapevolezza e la volontà di non ripeterle nel futuro».
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