SICUREZZA
Pugno in faccia alla poliziotta: manette a Biumo
Ventenne arrestata e poi liberata. «Soffro di un disturbo borderline»

Un controllo come tanti altri nel quartiere di Biumo Inferiore. Gli agenti in divisa della Squadra Volante della Questura si avvicinano a una giovane coppia: lui non dà problemi, mentre lei protesta, chiede spiegazioni (che non sono necessarie) e quindi insulta e minaccia, si agita e infine colpisce una poliziotta al viso con un pugno. Provocando alla donna una lesione non da poco, dato che in Pronto soccorso la prognosi sarà di dieci giorni. E finendo agli arresti, con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
È successo domenica a Varese, in un’area, quella che va da via Dalmazia a via Cairoli, che negli ultimi anni è stata senz’altro riqualificata, ma resta “difficile” e frequentata da persone con problemi di varia natura o che hanno già avuto a che fare con la giustizia.
IL DISTURBO BORDERLINE
La ragazza protagonista di quest’ultimo episodio – nata nel 2005 in Colombia e arrivata in Italia giovanissima, attualmente disoccupata – ha spiegato ieri mattina davanti al giudice che questa sua incomprensibile esplosione di violenza sarebbe dovuta al fatto che soffre di un disturbo borderline di personalità, e che nella stessa giornata di domenica, prima di andare a Varese da Morazzone, dove vive con il fidanzato, avrebbe avuto quattro crisi con episodi di autolesionismo. Ma in ogni caso è probabile che si riaccenda in questo modo il dibattito sul degrado di Biumo e sulla necessità di porvi rimedio.
L’UDIENZA
Come detto, l’udienza di convalida dell’arresto si è svolta ieri davanti al giudice Luciano Luccarelli. Il pubblico ministero Marco Brunoldi ha chiesto la convalida e poi la misura cautelare degli arresti domiciliari, ritenendo l’indagata pericolosa e alto il rischio di reiterazione dei reati appena commessi. Mentre il difensore d’ufficio, l’avvocato Gianluca Franchi, si è rimesso alla valutazione del giudice per quanto riguarda la convalida, sottolineando però «l’eccezionalità» dell’episodio e l’assenza di precedenti dello stesso genere nei quattro anni vissuti dalla giovane donna alle prese con la malattia. Conclusione del giudice: arresto convalidato e libertà immediata per l’indagata, in attesa che il processo faccia il suo corso, già il prossimo 13 gennaio.
«MI SCOPPIAVA LA TESTA»
Nel corso dell’udienza la ventenne ha spiegato che domenica, dopo le crisi, non avrebbe voluto uscire, «perché mi scoppiava la testa», che al momento del controllo fumava solo una sigaretta, che non è sua abitudine usare la violenza fisica, ma solo quella verbale, e che, quando si sente sotto pressione va in confusione e viene dominata dalla rabbia. Da quattro anni, ha detto ancora, è in cura presso un Cps e si sottopone anche a terapia farmacologica. Il giorno dopo l’aggressione ha chiesto di parlare con la poliziotta e le ha chiesto scusa.
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