MERCATO
Tepic ha detto sì all’OJM
Il 32enne serbo sarà il cambio degli esterni per Caja. Varese non gradisce i ricatti di Rayonte Rice e vira su Blackmon

Milenko Tepic ha detto sì, Rayvonte Rice verso il no.
Il mercato dell’Openjobmetis prende una direzione precisa dopo l’impasse forzato degli ultimi giorni. Il cambio degli esterni della formazione di Attilio Caja sarà la 32enne ala serba, giocatore che porterà in dote un pàlmares importante (4 titoli in Serbia e 3 leghe adriatiche col Partizan Belgrado, 2 scudetti in Grecia e un’Eurolega col Panathinaikos). Sparita la concorrenza del Paok Salonicco che non era in grado di dare garanzie economiche all’atleta del 1987, Varese ha ottenuto martedì 16 il sì definitivo del giocatore già visto in Italia con le maglie di Capo d’Orlando e Brindisi.
Un elemento che ha taglia fisica (198 centimetri per 97 chili) e capacità di trattamento di palla, dato che in Sicilia era una sorta di playmaker occulto della squadra rivelazione della stagione 2016/17. Tepic uscirà dalla panchina per cambiare guardia ed ala piccola, sfruttando la duttilità di L.J. Peak che potrà slittare da numero 2 nei quintetti con il giocatore serbo, ma potrà eventualmente giostrare anche da 4 tattico; un altro europeo dopo Siim Sander Vene che si adatta bene al sistema di gioco corale di Caja. L’assenso di Tepic spinge definitivamente l’OJM verso la formula 6+6, facendo decadere l’alternativa Marco Giuri per la panchina con relativo passaggio al 5+5.
Ora all’appello manca solo la guardia titolare, che a meno di colpi di scena non sarà Rayvonte Rice: Varese non ha gradito l’aut-aut dell’agente straniero della guardia statunitense (del tipo «O alzate l’offerta per chiudere subito o dovrete aspettare»). Così come già accaduto nel caso di Darius Thompson il traccheggiamento troppo lungo ha indotto la società di piazza Monte Grappa a lasciar cadere l’ipotesi e guardare altrove.
Con la polizza assicurativa Tepic in panchina, ora i biancorossi possono comunque scommettere con relativa tranquillità sullo spot vacante. E allora diventa calda la pista James Blackmon: Milano ha deciso di uscire dal contratto del tiratore del 1995 - lo scorso anno parcheggiato a Pesaro, dove è stato il secondo miglior marcatore della serie A a 19,8 punti di media – anche alla luce di qualche dubbio sulla possibilità di un impiego costante in una stagione da 80-90 partite dopo due ginocchia operate (menisco sinistro e crociato destro in 6 mesi del 2016/17), Ma al ritmo di una gara alla settimana l’OJM non avrebbe di questi problemi; e se l’idea è quella di trovare un fuciliere che rimpiazzi Avramovic anche nel cuore dei tifosi, le qualità balistiche di Blackmon (migliore nei liberi con l’89% nella serie A dell’anno scorso; 41,5% da 3 in tre stagioni di college ad Indiana) sono indiscutibili al di là del 34,5% nelle file di una Pesaro nella quale gli si chiedevano pentole e coperchi. Ad oggi l’atleta statunitense cerca una collocazione con vetrina internazionale per giocare una coppa europea, e dunque non è detto che Varese riesca a convincerlo come accaduto con Siim Sander Vene. Però l’interesse del club biancorosso è concreto. E nel giro di qualche giorno si capirà se potrà sfociare in un accordo vero e proprio. Nel gioco delle sliding doors che hanno portato l’OJM sulla pista della 24enne guardia nativa di Chicago, un bomber come Blackmon da inserire all’interno di un sistema ben organizzato con tanti elementi dall’elevata sintassi cestistica – Mayo, Vene, Tepic e lo stesso Peak – potrebbe essere il pezzo giusto per completare il puzzle.
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