RASSEGNA AL MOSÈ
Tra Sacro e... Sacro Monte
La Passione è il tema della decima edizione del festival teatrale «Tra Sacro e Sacro Monte» che dal 4 al 25 luglio porta a Varese importanti appuntamenti della scena contemporanea per cinque giovedì alle 21 alla Terrazza dei Mosè e un martedì alle 18 alla Terza Cappella.
Realizzato dall’associazione Tra Sacro e Sacromonte in parternariato con il Comune di Varese e con la collaborazione di varie realtà pubbliche e private del territorio, il festival affida l’apertura del 4 luglio alle 21 a «Sia laudato», un progetto originale di laude e canti popolari di Ambrogio Sparagna, ritenuto uno dei più importanti musicisti europei legati a questa tradizione, maestro concertatore alla Notte della Taranta, direttore dell’Orchestra Popolare all’Auditorium Parco dello Musica di Roma, con all’attivo collaborazioni, tra gli altri, con Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Angelo Branduardi, Peppe Servillo, Teresa De Sio, Simone Cristicchi, Ron. Con lui, l’Orchestra Popolare Italiana.
«Senza esercizio di retorica, ma con immediatezza, si tratta di raccontare la bellezza e il mistero del Vangelo attraverso la musica e le canzoni - spiega Spagana -. Per me essere presente a questo festival è motivo di grande piacere, perché da anni si caratterizza per l’attenzione a tematiche a me care».
Quali anche il rapporto tra cultura popolare, storia sociale e sacralità. «Gran parte della canzone popolare arriva dalla tradizione sacra - prosegue Sparagna -: dall’importante figura, nella lauda, di san Francesco che ha generato un vero e proprio stile». Una tipologia fortemente italiana che nasce nel Medioevo e si è conservata nel Cinquecento con il fenomeno dell’Oratorio e della Sacra Rappresentazione e con san Filippo Neri e il suo lavoro di aggregazioni di ragazzi e adulti, ma che arriva anche al Settecento, con «sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ha scritto Tu scendi dalle stelle. E tutto ha lasciato un segno nella cultura popolare. Pensiamo che anche il Canzoniere Popolare di Pasolini conserva segni di queste laudi. Lo spettacolo recupera le laudi della tradizione italiana dal Medio Evo a oggi con strumenti tradizionali, quali le ciaramelle e i tamburelli, riproponendone il senso del valore spirituale che prescinde dal tempo, il valore artistico eccezionale e la loro finalizzazione devozionale e spirituale».
Si prosegue l’11 luglio con una prima nazionale, «Cristus Patiens» di Gregorio di Nazianzo tradotto da Giorgio Ieranò, per la regia di Andrea Chiodi, che è anche direttore artistico del festival. «Sono voluto partire dal teatro classico - spiega Chiodi - per scoprire la tradizione del tema della Passione come punto cardine della storia dell’umanità. Il motivo profondo che spinge a esplorare questo testo è anche e soprattutto di cercare di cogliere il senso profondo del sacrifico e ciò che questo sacrificio ha introdotto nella storia dell’umanità. Un progetto di altissimo valore culturale, unico nel suo genere».
Confronto fra i testi di Euripide il 18 luglio con «Da Medea a Maria» e una delle più grandi attrici italiane, Elisabetta Pozzi; spazio all’arte figurativa il 23 luglio alle 18 in occasione della mostra «Guttuso a Varese», con la curatrice Serena Contini che si confronta con la presenza di Guttuso al Sacro Monte.
La chiusura, il 25 luglio, è con una passione contemporanea, «Le Chemin de la Croix» di Paul Claudel, con la voce di Ugo Fiore che porterà, per la prima volta al Sacro Monte, il testo integrale in lingua francese insieme a Federica Fracassi.
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