GARIBALDI
Una giungla nella caserma
In attesa del recupero, oltre il muro abbattuto è cresciuto un bosco.

VARESE Atteso da anni e puntualmente rinviato, il recupero dell’ex Caserma Garibaldi resta un miraggio.
L’edificio, nel frattempo, si è ulteriormente deteriorato: si sono aperte crepe, l’intonaco si è staccato in più punti. Insomma: un monumento al degrado in pieno centro cittadino.
La facciata su piazza Repubblica è stata coperta, due anni fa, con un telone in attesa di tempi migliori. Ma raramente, da allora, è stata dedicata attenzione al “lato b” della ex caserma, quello che si può vedere camminando lungo via Fratelli Pavesi.
Una prospettiva che mette in luce condizioni di forte degrado, sotto gli occhi, ogni giorno, delle centinaia di auto che percorrono la strada per andare verso l’Autolaghi.
Dopo che, per ragioni di sicurezza, è stato abbattuto in parte il muro che delimitava l’area della caserma, per anticipare e neutralizzare possibili cedimenti, ora appare a tutta vista l’ampio spazio che si estende dal colonnato fino alla stretta via che congiunge via Magenta con via San Michele. Difficile non notare come lo spazio che si apre dietro alla Garibaldi sia un angolo letteralmente abbandonato negli ultimi anni, un’area invasa da piante, erbacce, arbusti, pezzi di tronchi, rami, piante, pianticelle e macerie. Una vegetazione folta e variegata che appare come una piccola giungla in mezzo alla città.
Ora che il muro non c’è più - una quindicina di metri di mattoni e cemento che impedivano la vista -, si nota chiaramente come la vegetazione la faccia da padrona, mescolata a rifiuti e scarti edili, mattoni, tegole, blocchi di cemento, laterizi: quasi un tappeto che ricopre una parte dell’area.
Non solo: la vegetazione sta stringendo d’assedio un po’ tutta la caserma. Piante e tronchi abbandonati non solo coprono la parte retrostante, ma la vegetazione spunta indisturbata anche in piazza Repubblica, ai due lati dei ponteggi che coprono la facciata principale.
E’ chiaro che, una volta partiti i lavori di recupero, tutto questo scomparirà lasciando spazio ad un progetto di riqualificazione. Ma qualcosa andrebbe fatto da subito. Come ad esempio ripulire dei rifiuti la striscia di spazio che costeggia via Pavesi: la rete di plastica arancione, ammalorata e caduta a terra, non ha impedito il lancio di cartacce, lattine, bottiglie di plastica, giornali, persino di un cartello con la scritta “vendesi”, insomma non ha stoppato il formarsi, dietro alla caserma, di una piccola discarica a cielo aperto.
Dopo che è stato abbattuto il muro, anche la vegetazione non ha più avuto argine dentro il perimetro dell’area della Caserma, ma tende a invadere la via, come già accade con alcuni ciuffi d’erba che si sono già affacciati sull’asfalto e tendono ad uscire ancora di più.
A invadere una via che, come ben sanno gli automobilisti che la utilizzano abitualmente, si presenta a sua volta in cattive condizioni, con buche e avvallamenti, un bel gruviera che completa degnamente il quadro di questo brutto angolo di centro a pochi passi da Palazzo Estense.
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