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Dopo la Brunella, i vandali colpiscono a San Fermo. San Francesco ha insegnato a perdonare, dicendo: “Dove è offesa, ch’io porti il perdono”. Tuttavia anche il patrono d’Italia faticherebbe a perdonare chi ha imbrattato la parete dedicata al santo di Assisi sul belvedere Stefano de Bortoli di San Fermo.

Qui, infatti, di fronte al santuario dei Santi Fermo e Rustico, fra via Oslavia e via Aquileia, si trova un muro che ospita due opere su San Francesco: il suo celebre Cantico delle Creature e una pittura che descrive il testo poetico e dove il saio, la luna e il sole si abbracciano creando un’unione suggestiva e profonda.

Peccato che, tutt’attorno, il muro sia imbrattato da ogni tipo di scritta che non c’entra niente ed è vergata da calligrafie degne della più classica zampa di gallina.

Insomma: una serie di obbrobri. E neanche il contenuto degli scritti è degno di un Nobel alla letteratura: ci sono, per esempio, gli amanti che dicono quanto vogliono bene alla propria donna, altri che scrivono dei ricordi, altri ancora disegnano dei cuoricini. Come se non bastasse, il campionario degli imbrattamenti comprende anche minacce e insulti.

Risultato: chi ama quel posto e i residenti non ne possono più. «Avevamo sistemato e ripulito il muro più volte recentemente - afferma un abitante di San Fermo - ma evidentemente non si riescono a frenare i graffitari».

Fra l’altro la zona di Penasca è oggetto di un percorso di recupero che riguarda via Aquileia, vale a dire il percorso di trecento metri che sbuca al santuario, con la sistemazione della rizzata e dei gradoni. Oltre a questo cantiere del Comune, la Comunità pastorale Beato Samuele Marzorati, a cui appartiene la parrocchia del luogo, ha avviato dei lavori di restauro della chiesa antica di San Fermo, risalente al Cinquecento. Opere meritorie che, purtroppo, debbono fare i conti pure con lo sfregio a San Francesco e al belvedere su Varese e il Campo dei Fiori.

n.ant.

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