MAXI SEQUESTRO
Busto Arsizio, nel camion 180 chili di droga
Marocchino arrestato dalla Polizia per traffico di hashish

Un sequestro record quello messo a segno martedì dagli investigatori del commissariato e della questura: 180 chili di hashish di ottima qualità, per un valore di circa 2 milioni di euro.
Il povero corriere
In manette, d’intesa con il pubblico ministero Susanna Molteni, un marocchino che già oggi sarà interrogato dal gip Stefano Colombo. Assistito dall’avvocato Amedeo Rizza, è molto probabile che sceglierà di avvalersi della facoltà di non rispondere. Lo stupefacente è stato trovato all’interno ci un camion ed è difficile credere che si sia trattato di un colpo fortuito. Più verosimile ritenere che sul traffico in cui è coinvolto il maghrebino gli occhi della polizia si fossero posati già da mesi. Al momento non trapelano dettagli sull’attività investigativa, gli inquirenti vogliono infatti cercare di chiudere tutti i canali della fornitura, partendo dal livello più alto fino ai terminali dello spaccio. Il marocchino, almeno sulla carta, non sembra ricoprire un ruolo cruciale né apicale all’interno dell’organizzazione. I capi affidano il trasporto a corrieri sottopagati che come unica certezza hanno quella di rischiare una lunga detenzione. Nella paghetta è compreso anche il prezzo del silenzio.
Rif Kif
L’ipotesi più accreditata è che lo stupefacente sia stato collocato all’interno del veicolo dopo l’approdo sul territorio. Ci sarebbero insomma molti passaggi intermedi tra il momento della spedizione e quello della consegna finale. La tratta potrebbe essere la più classica: dal Marocco (la regione montuosa del Rif è il cuore della produzione) alla Spagna - dove vivono numerosi narcotrafficanti, maghrebini, italiani e albanesi - per poi giungere nei paesi europei dove il consumo è più diffuso. La provincia di Varese e l’Altomilanese sono due tra le piazze dove si smercia meglio. Gli arresti per detenzione di fumo sono pressoché quotidiani, si va da modici quantitativi a dosi di rilievo. E pur arrivando dal Marocco, lo stupefacente è gestito soprattutto da gruppi albanesi. Nel 2023 gli investigatori stroncarono un’associazione balcanica capace di movimentare tonnellate di stupefacenti. Lo scorso marzo sono arrivate le condanne per ottanta imputati.
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