MALTRATTAMENTI
Busto: l’ex moglie lo perdona, lui la picchia ancora
Divieto di avvicinamento per un cinquantenne uscito dal carcere nel 2018. Vittime anche i tre figli minori
C’è un errore in cui buona parte delle donne maltrattate cadono: tornare con l’uomo che le maltratta. Una coazione a ripetere che replica le violenze all’infinito. Chissà se la cinquantunenne salvata per l’ennesima volta dall’autorità giudiziaria cascherà ancora nella trappola. A fine anno all’ex marito cinquantenne è stato notificato il divieto di avvicinamento a lei e ai loro tre figli, ancora minorenni, chiesto dal pubblico ministero Massimo De Filippo. Nei prossimi giorni l’uomo verrà interrogato dal gip Piera Bossi e con ogni probabilità offrirà una versione opposta a quella resa dalla parte offesa, supportata dalla denuncia che lui stesso a settembre aveva sporto contro la moglie.
DAL CARCERE AL PERDONO
La famiglia vive in un paese poco lontano da Busto e che ricade sotto la competenza della procura di largo Giardino. Le dinamiche della coppia sono note agli inquirenti: percosse, vessazioni e angherie avevano portato l’indagato davanti al tribunale una decina di anni fa. Scontò la condanna in carcere ma nel 2018, appena uscito di cella si ripresentò alla porta di casa giurando di essere cambiato, confermando l’intensità dei suoi sentimenti e la volontà di essere un buon padre. La ex gli credette e decise di dargli una nuova opportunità. E tutto sommato per tre anni non ebbe a che pentirsene. Ma dal 2022 ricominciò il supplizio, diventato incubo nell’estate 2023.
DIFESA DAI FIGLI
Potrebbe esserci l’abuso di alcol alla base delle violenze domestiche, ma non è certo un’attenuante. Le liti scoppiavano per banalità e l’indagato trascendeva subito, Alzava le mani, scagliava oggetti. Una delle figlie si frapponeva spesso tra i genitori ma prendeva botte pure lei. «Non dormirete più tranquilli perché vengo di notte e vi brucio» minacciava sempre. A fine agosto la donna lo vide allontanarsi con una tanica in mano, uscì di casa per una ricognizione e si accorse che lo zerbino era impregnato di benzina e che accanto all’ingresso c’era un pannello di cartongesso imbevuto di liquido infiammabile. A settembre mamma e figli (il più piccolo nato nel 2011) dovettero fronteggiare il tentativo di incursione del padre armato di piede di porco.
BOTTE RESTITUITE
Dal canto suo il cinquantenne a settembre sporse denuncia per le lesioni che la ex gli avrebbe causato. Perché il piede di porco gli venne sfilato dalle mani e con quello la moglie lo avrebbe colpito sulla testa. Un’altra volta, durante una furibonda litigata a tavola, la donna gli avrebbe scagliato una bottiglia di vetro in faccia. Sarà sufficiente per sostenere, quanto meno, la reciprocità delle aggressioni? Nelle querele l’uomo a quanto pare si sarebbe descritto come vittima delle violenze familiari ma il pubblico ministero Francesca Parola ha chiesto l’archiviazione.
LEGGI ANCHE Malnate: botte alla moglie, ex marito condannato
© Riproduzione Riservata