L’INTERVISTA
Caroline Pagani, attente a “Mobbing Dick”
Le molestie in chiave Shakespeare al Salone Estense di Varese con uno spettacolo scritto, interpretato e diretto dall’attrice
«Quello che provo per William Shakespeare o per l’eventuale ditta che scelse questo nome è amore multiplo». Caroline Pagani, di scena questa sera - sabato 26 ottobre - alle 20.30, al Salone Estense di Varese per la rassegna Parola di donna, in Mobbing Dick, non nasconde il rapporto stretto con il Bardo.
Un colpo di fulmine?
«Sin dai tempi delle tesi, una sull’eros nelle sue opere e una su Macbeth. Ho più volte recitato suoi testi e sto ultimando il libro A letto con Shakespeare. In Mobbing Dick compaiono diversi sue donne».
Premiato dall’Unione Femminile Italiana, il suo lavoro è una satira sulla condizione femminile nel mondo dello spettacolo. Perché scomodare Shakespeare?
«Per rendergli un ulteriore tributo, per ricordare che ai suoi tempi le donne non potevano salire sul palco ed erano interpretate da uomini con il risultato che il pubblico non riusciva a capire se fosse sedotto dal personaggio o dalla persona».
Anticipazione della sessualità fluida?
«Di certo fascino androgino stile rockstar. Protagonista di Mobbing Dick è un’attrice di formazione scespiriana che si presenta a un’audizione trovandosi davanti un regista importante che si mostra più interessato al fisico che alle doti artistiche».
Accade ancora oggi?
«Più di quanto si creda ma Mobbing Dick affronta la questione nel modo più divertente possibile. Permettendo all’attrice di calarsi nei panni di Giulietta, Cleopatra, Lucrezia ma anche Titania di Sogno di una notte di mezza estate e Isabella di Misura per Misura. È una novizia, le viene chiesto di intercedere per un giovane ingiustamente condannato a morte. Lo fa ma il potente di turno si dice disposto alla grazia solo se in cambio lei, vergine, avrà un rapporto sessuale con lui».
In scena è sola ma si relaziona con una voce autorevole del teatro italiano contemporaneo.
«Sì, sentirete, registrato, Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova. Dà voce al Maestro, voice off appunto. Mobbing Dick è scritto, interpretato e diretto da me. Accogliendo preziosi suggerimenti di Alessandra Premoli. Se finalmente - è la prima volta - arrivo a Varese, lo devo a lei e a Franca De Monti che ha creato Parola di donna».
Punta sulla parodia ma suo fratello, Herbert Pagani, nel 1976, con Palcoscenicopreferì la denuncia anche feroce. Datata?
«Per nulla. C’è anzi un passaggio del brano che suona purtroppo attuale, speriamo si possa presto archiviare come superato».
Difficile liquidare Herbert, scomparso nel 1988, come autore di Cin cin con gli occhiali, canzone che oggi definiremmo inclusiva. Non è il caso di rendergli giustizia?
«L’ho fatto con Per Amore - Dell’Amore, spettacolo multimediale che permette di comprendere l’ampiezza dell’arte di Herbert non solo in campo musicale ma anche visivo e la profondità del suo pensiero. Vero, in Italia tanti lo ricordano per quelli che lui reputava compromessi giovanili, in Francia hanno più presente il percorso da cantautore raffinato e sperimentale e il suo impegno politico».
Ha da poco interpretato Albergo a ore, brano che nel 1969 fu bloccato dalla censura e, giusto ieri, Ti ringrazio vita. Anticipazioni di un disco?
«Di un doppio album. Pagani per Pagani, ripercorre il repertorio di mio fratello, grazie a vecchi nastri ritrovati, c’è anche la sua voce. Tra gli ospiti ci sono Fabio Concato, Shel Shapiro, Giorgio Conte e Danilo Rea, uscirà a novembre».
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