L’EMERGENZA
Trecentomila chiamate al giorno
Lombardia: i contagiati salgono a quota 259, fra cui 6 minori, nessun caso a Varese. Nuova vittima lombarda in Emilia Romagna. Fatti 3.500 tamponi

AGGIORNAMENTO ORE 12.30
Nuova vittima legata al Coronavirus, la dodicesima in Italia. Il decesso è avvenuto in Emilia Romagna, il primo nella regione. Si tratta di un paziente 70enne, cittadino lombardo, già affetto da importanti patologie pregresse. Proveniva da uno dei comuni della zona rossa lombarda ed era stato ricoverato all’ospedale di Piacenza, poi trasferito in terapia intensiva a Parma.
Nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 febbraio, è salito il bilancio dei contagi legati al Coronavirus: 259 i casi registrati in regione.
Sono sei i minori risultati positivi in Lombardia. La maggior parte legati alla cosiddetta zona rossa dove ora vige il divieto di ingresso e di uscita. Si tratta di una bambina di 4 anni di Castiglione d’Adda ricoverata al San Matteo, di un 15 enne ricoverato a Seriate (Bergamo) e due ragazzini di 10 anni di Soresina (Cremona) e di San Rocco al porto (Lodi) già tornati a casa. Positivo nei giorni scorsi anche un 17enne della Valtellina che frequenta l’istituto Tosi di Codogno e successivamente anche un suo compagno di scuola della provincia di Sondrio.
SALE LA TENSIONE
Il plauso al comportamento civile degli abitanti della zona rossa è unanime e l’interessamento del presidente Sergio Mattarella aggiunge conforto a chi porta il peso maggiore di questa emergenza.
Ma la tensione cresce anche in Regione e lo si nota dalla confusione nel fornire i dati, sempre da ricontrollare all’ultimo secondo, anche in conferenza stampa.
Del resto, i morti aumentano: agli altri si aggiungono un 83enne di Codogno (Lodi), un 84enne di Nembro (Bergamo) e un 91enne di San Fiorano (Lodi).
SOTTO CONTROLLO
I vertici di Palazzo Lombardia ripetono che tutto è sotto controllo, la fatica di gestire l’emergenza coronavirus, però, inizia a farsi sentire. E sui decessi, adesso, vigila l’Istituto superiore di Sanità: prima di affermare che la causa sia il virus che impazza in queste settimane servono accurati controlli.
«La situazione ormai si è stabilizzata - dice il presidente Attilio Fontana ai giornalisti - La popolazione reagisce in maniera composta e seria. Attendiamo che passino 4-5 giorni per capire quale effetto possano dare le procedure adottate. Siamo sereni e fiduciosi». Da oggi sui dati si userà ulteriore cautela.
Questa mattina, mercoledì 26 febbraio, Regione Lombardia ha aggiornato il numero di contagi a 259. I tamponi effettuati sono 3500, quelli processati 1752. Si incrementa il numero di laboratori: oltre a Sacco, Statale e Pavia si aggiungono Niguarda e Policlinico a Milano, Monza, Melegnano, Bergamo e Brescia.
«Stanno arrivando gli approvvigionamenti di mascherine, tamponi e altri presidi - chiarisce l’assessore Giulio Gallera - Nella zona rossa abbiamo dovuto recuperare brevi ritardi. Tutti gli operatori dell’ospedale di Codogno hanno effettuato il tampone, lo faremo ai medici di base e ai pediatri di libera scelta della zona rossa, che dotiamo di mascherine. Un aspetto importante su cui recuperare». Gallera garantisce che «nessun reparto ospedaliero sta chiudendo, tutti sono attivi»: «Dove pazienti ricoverati risultano positivi, si effettuano i tamponi al personale sanitario che continua a lavorare con mascherine e guanti in attesa dell’esito. Nulla si interrompe».
PROTEZIONE CIVILE
Pietro Foroni fa il punto sulla Protezione civile: «Siamo a supporto della gente nella zona rossa, c’è un centro di coordinamento dei soccorsi alla prefettura di Lodi e abbiamo inviato personale della nostra sala operativa in aggiunta. A Codogno c’è un centro operativo misto in municipio, altri nascono in ogni comune interessato. Circa 100 volontari aiutano anziani e chi è in isolamento per consegnare medicine e beni di prima necessità», dice l’assessore. La Prociv ha allestito 40 brandine nell’ospedale di Lodi per i medici che effettuano turnazioni costanti, perché possano riposare, e 4 punti di Triage ai nosocomi di Bergamo, Crema, Cremona e Casalmaggiore per evitare afflussi ai pronto soccorso.
300MILA CHIAMATE
Altri volontari vengono formati per rispondere alle 300mila chiamate al numero verde 800.894545: 21 volontari prociv sono operativi, altri sono in formazione. Si pensa di assumere nuovo personale.
«Alcuni medici - riprende Gallera - sono in isolamento, apriremo un ambulatorio per sostituirli. Avis ricorda che le donazioni di sangue continuano e sono necessarie per il normale andamento delle cure».
Fontana appare riappacificato con il premier Giuseppe Conte (riguardo eventuali errori commessi all'ospedale di Codogno dove «abbiamo seguito i protocolli in modo scrupoloso sin dalle prime ore») e conferma di fare il massimo per «far sentire la nostra presenza agli abitanti della zona rossa: l’appello del sindaco di Casalpustrerlengo era legittimo».
Sono stati identificati 59 posti in una struttura militare in zona Linate e 50 all’ospedale militare di Baggio. L’Esercito si sta dando da fare. Una quarantina di posti sono attivi a San Damiano (Piacenza).
Se a Varese ancora non si contano contagi, in Val Seriana sono 14, tutti transitati dall’ospedale di Alzano Lombardo dove un primario, positivo al virus, potrebbe avere contagiato molti, ora in quarantena.
Per le terapie intensive in totale sono disponibili 900 letti. Fino a ieri i casi gravi erano 21.
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