CORONAVIRUS
Occhio alla truffa dei tamponi
172 casi in regione, cinque vittime a Bergamo, Milano e in provincia di Lodi, tutti anziani e con patologie preesistenti. Smentita la morte dell’anziana di Crema. Fontana: «Non dobbiamo fermare il Paese». Il professor Grossi nella task force nazionale, il

Mentre la Lombardia si scopre semideserto dopo il primo giorno di “coprifuoco”, tra manifestazioni pubbliche annullate, assalto ai supermercati, scuole chiuse e ospedali pronti ad affrontare eventuali emergenze, il coronavirus riscrive le cifre della sua presenza nella nostra regione.
165 CASI
I numeri dell’emergenza vengono ridisegnati dal presidente della Regione Attilio Fontana, che intervistato da Radio1 annuncia che «Il numero dei contagiati in regione è salito a 165». E si registra un terzo decesso (quarto a livello nazionale), un uomo di 84 anni che era ricoverato all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Ma anche in questo caso, come nei due precedenti, «Si tratta di - parole del governatore - una persona anziana con altre patologie». Vale a dire, il decesso non sarebbe necessariamente da collegare al virus bensì a uno stato clinico già compromesso e perdipiù in pazienti anziani.
«Ancora non si sa per quale motivo il contagio da Coronavirus si sia concentrato nell’area del basso lodigiano che ora è stata isolata - ha detto Fontana - Non si riesce a capire perché in quella zona». E poi: «Da quando abbiamo scoperto il primo caso non sono stati fatti errori, appare strana a tutti una diffusione così rapida».
NON BLOCCHIAMO IL PAESE
Attilio Fontana ha poi affrontato un tema delicato, quello della reazione irrazionale di molti lombardi di fronte ai dati del contagio e alle limitazioni imposte dalla Regione: «La corsa agli alimenti non ha senso. I rifornimenti sono assicurati. Bisogna fare la vita di tutti i giorni come prima».
«Secondo me è sbagliato generalizzare - aggiunge il presidente in merito alla decisione della Basilicata di quarantena per chi viene dalle regioni del Nord - Per chi viene dalla zona Rossa ha senso, tanto è vero che anche noi abbiamo bloccato la mobilità dei cittadini di quella zona, ma per il resto della Lombardia non ha molto senso. Significa bloccare il Paese».
ATTENZIONE MASSIMA
Mentre negli ospedali si attuano le misure di sicurezza previste dall’ordinanza regionale (visite dei parenti limitate, stop alle operazioni programmate tranne quelle onclogiche) e mentre Regione e governo organizzano task force di esperti per valutare e studiare le contromisure migliori (il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale di Circolo, il professor Paolo Grossi, è stato inserito in questo organismo creato dal ministro della Salute Roberto Speranza), Palazzo Lombardia ricorda che «Coloro che riscontrano sintomi influenzali o problemi respiratori non devono andare in pronto soccorso, ma chiamare il numero verde unico regionale 800.89.45.45 che valuterà ogni singola situazione e spiegherà che cosa fare. Per informazioni generali chiamare invece il 1500, numero di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute».
LO SPORT SI FERMA
I campionati si fermano di nuovo. Dopo le interruzioni di ieri, domenica 23 febbraio, sono state confermate le sospensioni di tutte le attività sportive in Lombardia legate alla Lnd e alla Figc fino a domenica 1 marzo compresa. Tale sospensione riguarda le gare ufficiali di tutte le categorie dilettantistiche e giovanili, i raduni delle rappresentative regionali e provinciali, le gare amichevoli e le sedute di allenamento.
GIUSTIZIA AL RALLENTATORE
Disagi anche nel campo della giustizia. Al Tribunale di Varese è stato rinviato, su richiesta degli avvocati, il processo per il crac Castiglioni. Altre udienze regolari ma con precauzioni: un avvocato alla volta, tutte le parti delle altre cause aspettano fuori (dal giudice di pace tutti in attesa all’aperto nel cortile). Ordine degli avvocati chiuso al pubblico, cancellerie aperte.
Anche a Milano c’è stato un rinvio “eccellente”: l’udienza per il processo Ruby ter. «In quest’aula tra magistrati, imputati e avvocati siamo spesso decine di persone, una situazione ambientale che contrasta con la circolare della Corte d’Appello di Milano» sull'emergenza coronavirus. Così il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha chiesto e ottenuto dai giudici della settima sezione penale il rinvio del processo milanese “Ruby ter” a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati.
Numerosi gli uffici pubblici chiusi a Varese, dall’Aler agli ambulatori di via Monterosa.
LA QUINTA VITTIMA
Sono sei le vittime in Italia del Coronavirus, cinque in Lombardia e una in Veneto. Questa mattina è deceduto un uomo di 88 anni di Caselle Landi, nel Lodigiano.
Il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, ha poi annunciato che i contagiati dal Coronavirus in Italia sono 219. Nel totale sono comprese le 5 vittime e il ricercatore rientrato da Wuhan che è guarito e che è stato dimesso dallo Spallanzani nei giorni scorsi. Al momento, dunque, si registrano 167 contagiati in Lombardia (comprese 5 vittime), 27 in Veneto (compreso l’anziano morto a Vò Euganeo), 18 in Emilia Romagna, 4 in Piemonte e 3 nel Lazio (la coppia di cinesi allo Spallanzani e il ricercatore dimesso). Dei 213 positivi, 99 sono ricoverati con sintomi in ospedale, 23 sono in terapia intensiva e 91 in isolamento domiciliare.
OCCHIO AI TRUFFATORI
Falsi addetti delle ATS si stanno presentando nelle case millantando di eseguire tamponi con l’obiettivo di derubare le vittime. «L’appello che rivolgiamo a tutta la popolazione è quello di non aprire le porte, ma di avvertire subito le forze dell’ordine», spiega l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, commentando ciò che sta succedendo in alcuni comuni del milanese e della bergamasca.
«Speculare su quanto sta accadendo oggi è sa sciacalli - conclude De Corato - per questo auspico che si possa far luce su queste truffe e auguro il massimo della pena ai delinquenti».
QUINTA VITTIMA A MILANO
La quinta vittima in Lombardia è un ottantenne di Castiglione d’Adda ricoverato all’Ospedale Sacco di Milano, risultato positivo al virus. Giovedì 20 febbraio era stato portato dal 118 all’ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus.
Ricoverato in rianimazione e poi risultato positivo al virus, è stato trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto.
LA REGIONE SMENTISCE VITTIMA DI CREMA
Questa mattina è stata inizialmente diffusa la notizia di un’anziana di Crema morta agli Spedali civili di Brescia, paziente oncologica già in stato compromesso.
La Regione Lombardia in una nota ha smentito questo decesso.
«In merito alla notizia diffusa dagli organi di stampa in relazione ad una morte agli Spedali Civili di Brescia, sentita la Direzione Sanitaria dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, Regione Lombardia smentisce tale informazione, precisando che in tale struttura non si è verificato alcun decesso». Lo spiega una nota della Regione stessa.
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