UN INSOLITO DERBY
Ghiaccio bollente, Como contro Varese
Il sindaco lariano Rapinese critica la richiesta varesina dei fondi per il Centro federale. «Inconcepibile, già ce l’ha. È solo un capriccio»

«Per Varese è un capriccio, non un’esigenza. La candidatura è da irresponsabili, ai limiti del patologico. E non si tratta di derby tra Varese e Como, quello è nella natura del gioco e degli sfottò, qui la questione è maledettamente seria». Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, non ci sta. E non le manda a dire. Il caso è quello del Centro tecnico federale del ghiaccio che il capoluogo lariano punta, da tempo, a realizzare sul proprio territorio, «abbiamo diverse ipotesi», ma si trova adesso la concorrenza di Varese, che pare aver messo la freccia. Como sorpassata? Rapinese è furioso. Il caso del ghiaccio comincia a farsi scottante.
«RISPETTO DEI TERRITORI»
«Chi sta cercando di introitare denari pubblici (25 milioni veicolati dal Pnrr, Ndr) per un progetto di cui non ha alcuna necessità e anzi può solo creargli problemi, dimostra di non avere senso della misura, di non avere rispetto per i territori. È ingordigia, bulimia» tuona il primo cittadino di Como. Che osserva: «Varese ha già un nuovo impianto e vorrebbe realizzarne un altro. Mi domando: ma la società che ha costruito quello in via Albani che cosa ne pensa?». Rapinese allude qui ad una concorrenza interna, tutta cittadina, tutta varesina, tra strutture col rischio che salti la sostenibilità economica di quella d’avanguardia inaugurata nello scorso novembre, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
«Fatico a comprendere, anzi non riesco proprio a comprendere la richiesta di Varese - aggiunge il sindaco lariano -. Ha già e vuole ancora di più. A scapito di altri». Rapinese è stato un giocatore di hockey, «al Palalbani ho anni di ricordi belli e meno belli», e tiene a sottolineare che la vocazione del ghiaccio di Como non è seconda a quella di Varese. «Non è campanilismo - tiene a ribadire -, per me la questione è amministrativa e di buon senso». Non lo dice ma forse l’ha pensato: Varese in “vantaggio” grazie ai politici di primo piano del territorio. I media comaschi lo insinuano. Rapinese: «Se così fosse sarebbe una vergogna per l’intero Paese». Como si sarebbe pealtro mossa per tempo. E il primo cittadino lo fa notare: «Sì, il confronto con la Regione è ben avviato». Poi Varese... Anche Confindustria (Varese) si è esposta dicendo che è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. «Trovo anche questa presa di posizione assurda, inconcepibile» la reazione dal municipio di Como.
«VOLETE GIOCARE SOLO VOI?»
Rapinese è un sindaco vulcanico, vero, ma s’intuisce che stavolta lo sarebbe anche se il suo naturale aplomb amministrativo fosse da monaco Zen. «Che cosa vuole dimostrare Varese con questa richiesta di avere anche il Centro tecnico federale del ghiaccio? Che vuole essere l’unica realtà di hockey in Lombardia? Che giocate solo voi?» sono le domande (retoriche) sparate a raffica. Andrebbe meglio sviluppato il senso del Centro federale del ghiaccio, ovvero se da intendere come impianto per le società o solo eventualmente così. Ma per Como la questione è un’altra: Varese è già a posto, non ne ha bisogno. «È un capriccio». Como invece ne ha l’esigenza. E partendo da questa constatazione, Rapinese osserva con amaro stupore, diciamo pure sconcerto, il gioco di squadra che i suoi “vicini” stanno facendo per attirare i 25 milioni. «Noi stiamo lavorando seriamente con Regione Lombardia - conclude -. Dopodiché, vedremo come andrà a finire...».
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