SANITA’
Giorno e notte in barella, «non chiamatela bolgia»
La replica di Asst Sette Laghi alla lettera sull'anziana al Pronto soccorso di Varese

Quando si tocca la sanità, si tocca un nervo scoperto: perché da una parte si scrive sulla pelle della gente. E dall’altra su quella di infermieri, medici e addetti. Ci riconosciamo tutti in una signora di 85 anni che vive un piccolo-grande trauma: la corsa in ospedale in ambulanza, le sirene, la paura, le cure, un giorno in astanteria al Ps. La lettera accorata della figlia pubblicata ieri ha suscitato tante reazioni.
LA REPLICA DEL CIRCOLO
Asst Sette Laghi respinge l’immagine della bolgia dantesca: «Spiace sapere che la percezione dell’accoglienza e dell’assistenza in Ps sia stata così negativa da giustificare un titolo in cui si associa un servizio dedicato alla cura ad un ambiente infernale», ribattono dall’ospedale di Circolo. Ricordando che «con la recente riorganizzazione degli spazi non solo si è cercato di distinguere anche fisicamente, e con un miglioramento del comfort, i percorsi a seconda della gravità e della necessità assistenziale, ma si è puntato molto proprio sulla sicurezza dei pazienti, posizionando le postazioni degli operatori sanitari in modo da garantirne un controllo costante, oltre alle periodiche rivalutazioni da parte degli infermieri».
Cure dunque assicurate a tutti, ribadisce la direzione: «Se, al netto di questi ulteriori interventi, il paziente non percepisce l’attenzione e la presenza degli operatori, l’impegno dovrà concentrarsi più sulla comunicazione e la relazione, che non sulla logistica. E in questa direzione va anche il riferimento a stile e tono della comunicazione degli operatori nei confronti soprattutto degli anziani, anche se il ricorso al tu può essere dettato dalla necessità di semplificare al massimo la comunicazione con chi si trova in condizioni di fragilità o disorientamento» (nella lettera si criticava proprio il rivolgersi con il “tu”, ndr). Il presidio è uno dei più grandi del Nord Italia per accessi, eppure «i dati sulla permanenza dei pazienti nel primo semestre evidenziano un significativo miglioramento rispetto all’anno precedente», prosegue la nota. Sono in corso ulteriori interventi, strutturali e organizzativi, per continuare a migliorare i tempi di gestione e qualità dell’attesa in comfort e sicurezza. Il reparto, diretto da otto mesi dalla dottoressa Francesca Cortellaro, secondo il dg Giuseppe Micale ha un’eccellenza nella clinica ma può migliorare su accoglienza e tempi di permanenza. L’impegno è massimo. Tra i risultati più significativi, la riduzione del tempo medio di onboarding, ovvero l’attesa prima del ricovero in un reparto, «che nel giugno 2025 si è attestato intorno alle 15 ore, in diminuzione del 60%», spiega Antonio Triarico, direttore medico. Miglioramenti anche nella gestione dei codici verdi, i più numerosi e a bassa priorità: il tempo medio per la prima visita è passato da 3 ore e 44 minuti nel giugno 2024 a 2 ore e 17 minuti nel giugno 2025. Ancora più marcata la riduzione del tempo di presa in carico, sceso da 2 ore e 51 minuti a 1 ora e 24 minuti. In netto calo anche il tasso di abbandono prima della visita: tra febbraio e giugno 2024 al 12,39%, nei primi sei mesi del 2025 al 7,12%.
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