CINEMA
Il Festival di Locarno parla varesino con Davide Macchi
“Tusen Toner”, per la regia di Francesco Poloni, è in concorso nella categoria “Pardi di Domani”

C’è anche un varesino in gara al Locarno Film Festival. Notizia buona di suo, resa ancor più tale dal fatto che Davide Macchi concorre nella categoria Pardi di Domani. Giovane dunque, 23 anni, specializzato in quell’arte del montaggio in cui, grazie alla vergiatese Paola Freddi, siamo molto quotati a livello nazionale. Macchi, che cura anche gli effetti visivi, è uno dei componenti della formazione – nata al Cisa, Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Locarno – guidata da Francesco Poloni, bellinzonese di origini italiane, regista e sceneggiatore di Tusen Toner. Il titolo del cortometraggio, durata 17 minuti, riprende il nome di un’associazione musicale senza scopo di lucro, aperta a tutti i generi e a tutte le età, con un’etica, sintetizzata sul suo sito, ampiamente condivisibile. Ha sede, con uno spazio per concerti e sala prove, a Kiruna, in Svezia. Quella in cui la giallista Asa Larsson ha ambientato le vicende dell’avvocatessa Rebecka Martisson, libri arrivati anche in Italia, come la serie tv che hanno ispirato, è una città in movimento. Non nel senso di realtà dinamica ma di autentico spostamento, un trasloco collettivo deciso per agevolare gli scavi di una miniera storica che pare più ricca del previsto.
IL DIRITTO DI SOGNARE
«Raccontiamo – spiegano Macchi e Poloni, 26 anni – la storia di quattro giovani rapper che, mentre attorno tutto viene chiuso o demolito, ogni notte rientrano nel loro laboratorio per rivendicare il diritto di sognare». Un fatto vero ma raccontato come in un film, senza la volontà di trasformarlo in un documentario di denuncia. «Tutto è cominciato – spiega il regista quando ho visto la puntata di Report, il programma di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, incentrata sulla regione di Marawali, in Indonesia, un’area remota trasformata da miliardi di dollari di investimenti cinesi in un distretto industriale. Con immagini di operai sfruttati, foreste abbattute e villaggi inghiottiti per alimentare il cuore delle tecnologie europee, batterie, auto elettriche, processi legati alla transizione ecologica». Evitato con cura di liquidare il caso come un semplice contrappasso, Poloni ha scoperto l’esistenza di una realtà più vicina per diversi aspetti simile a quella indonesiana. Ovvero Kiruna, estremo Nord della Svezia, in cui è stato scoperto un giacimento di terre rare. Da qui la scelta della crew del Cisa di realizzare un’opera.
OTTO MESI DI LAVORO
«Le prime pagine della sceneggiatura – dice Macchi, che già ai tempi del Liceo Scientifico Ferraris di Varese aveva dimostrato inclinazione e doti non comuni al montaggio – sono state scritte a settembre dello scorso anno. E il cortometraggio era pronto a maggio». L’essere stati ammessi a Locarno ha suscitato entusiasmo. Nessuno si sbilancia in pronostici: già la presenza in gara rappresenta una vittoria e, indipendentemente dal risultato, la manifestazione rappresenta una vetrina internazionale di tale prestigio da potere aprire finestre su altri Festival. L’attualità e la particolarità del tema che ha dettato l’idea di partenza autorizzano a pensare che Tusen Toner non lascerà indifferenti giuria e pubblico.
DAL PROFONDO NORD
La pensano così anche a Kiruna: da lì arriveranno due degli attori-musicisti per la prima mondiale di quello che è anche «un racconto su un’intera generazione costretta a confrontarsi con un futuro incerto». Tre le proiezioni previste: l’11 agosto alle 14 e il 13 agosto alle 9 a Locarno e il 12 agosto al Palazzo dei Congressi di Muralto.
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