AEROPORTO
Malpensa, decolla Cargo city
Pronto l’emendamento al decreto che renderà possibile l’ampliamento. I tempi dell’iter
«Proprio in questo momento, negli uffici qui accanto al mio, stanno approntando la soluzione». Lo aveva detto il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini in videoconferenza durante il convegno sull’Hydrogen Valley a Volandia il 18 settembre. Ogni promessa è debito e ora il documento c’è.
È l’emendamento che, se tutto andrà bene, permetterà a cargo city di Malpensa di ampliarsi in virtù del «ruolo oggettivamente centrale» dell’aeroporto e «al fine di perseguire gli obiettivi nazionali ed europei dello sviluppo del traffico merci per via area coerente con le esigenze di riduzione dell’impatto ambientale del trasporto su gomma». Così recita il testo - avuto in anteprima - che è sottoposto ad opportuna valutazione dagli enti competenti e che affronterà presto la trafila parlamentare così da arrivare ad approvazione entro il 15 novembre (secondo una ottimistica previsione), oppure il mese successivo.
TRENTA GIORNI PER VALUTARE
Il territorio può cantare vittoria, almeno quello che ha posto l’accento sullo sviluppo, sul lavoro e sulla necessità di potenziare Malpensa per migliorare l’economia locale, nazionale e internazionale. Un po’ meno saranno contente le associazioni ambientaliste che hanno promesso battaglia se dovesse esserci una marcia indietro rispetto al primo pronunciamento.
Ma l’emendamento al testo del decreto che permetterà di ampliare il sedime di cargo city non verrà calato dall’alto, come fosse un’imposizione da «prendere o lasciare». Nel testo che passerà all’esame della commissione, infatti, è inserito uno specifico comma per il rispetto delle istituzioni: «Al fine del rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento di cui al comma 1 (implementazione del traffico merci all’aeroporto di Malpensa, ndr) le amministrazioni e gli enti competenti, previa ricognizione dei provvedimenti adottati in relazione all’intervento di cui al medesimo comma 1, provvedono entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, nel rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, ad una nuova valutazione».
MENO DI DUE MESI
Dunque, si riparte per un esame rapido ma non per questo meno approfondito perché si tratta di riannodare i fili del discorso interrotto dal parere del ministero dell’Ambiente sul Masterplan. Un sì di massima che escludeva però «la percorribilità dello sviluppo dell’area cargo mediante la soluzione dell’Area 7, in ragione dell’invasività sotto il profilo ambientale, in quanto “più impattante, invasiva del perimetro del Parco del Ticino, e quindi in frontale contrasto con la vincolistica dell’area e la necessità di sua protezione”».
Tempi brevi era stato detto e tempi brevi saranno. La correzione, se dal punto di vista politico non ci saranno incertezze dentro il centrodestra che governa il Paese, sarà operazione che si concluderà entro l’anno, dando così un segnale politico preciso e forte a una zona - la provincia di Varese - che da troppo tempo si sente dimenticata, anzi bistrattata.
BASTA RITARDI E TITUBANZE
La partita di Malpensa diventa, perciò, la partita per dimostrare quanto conta un territorio che fornisce all’Italia e all’Europa una buona fetta di Pil (prodotto interno lordo), come quello che fa perno sull’aeroporto. Perciò non sono più ammessi né ritardi, né titubanze.
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